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AIVEMP: CHIAREZZA SU VEGETARISMO E ANTIBIOTICI

AIVEMP: CHIAREZZA SU VEGETARISMO E ANTIBIOTICI
Non è corretto creare allarmismo ingiustificato per modificare le abitudini alimentari dei cittadini. E' la posizione dell'AIVEMP sui ripetuti inviti all'opinione pubblica a non consumare carne adducendo pericoli legati agli antibiotici. Il Presidente Griglio: "l'utilizzo terapeutico degli antibiotici negli allevamenti italiani avviene sotto il controllo veterinario. La principale causa di resistenza agli antibiotici negli esseri umani è tuttora il ricorso ad antibiotici in medicina umana. Se la scelta di adottare una dieta vegetariana è da rispettare, non è corretto creare allarmismo ingiustificato per modificare le abitudini alimentari dei cittadini. E' questa la posizione espressa dall'AIVEMP l'associazione nazionale dei medici veterinari pubblici italiani a seguito dell'invito che, da più parti e da tempo, viene rivolto ai cittadini a non consumare più carne adducendo pericoli correlati all'impiego degli antibiotici negli allevamenti intensivi.

"Il problema di un impiego eccessivo degli antibiotici negli allevamenti è serio anche per le ricadute sull'insorgenza delle resistenze in microrganismi che possono poi essere trasmessi all'uomo - afferma il presidente dell'AIVEMP Bartolomeo Griglio - e per questo l'UE ed il nostro Paese hanno adottato misure di controllo adeguate".

"Dal 2006 nell'UE, al contrario di quello che avviene negli Stati Uniti e nel resto del mondo, è vietato l'impiego di antibiotici come additivi nei mangimi per incrementare la crescita degli animali e in Italia il controllo sul corretto utilizzo terapeutico degli antibiotici negli allevamenti italiani avviene sotto il controllo dei medici veterinari che prescrivono e delle ASL che effettuano verifiche negli allevamenti e al momento della macellazione degli animali da reddito. L'elevato numero dei controlli effettuati anche dalle forze dell'ordine e l'accresciuta consapevolezza degli allevatori hanno consentito, come si evince dalla relazione sul piano nazionale residui 2008 della Direzione Generale sicurezza alimentare e nutrizione del Ministero della Salute di raggiungere percentuali di positività per la presenza di antibiotici nelle carni estremamente ridotte. Inoltre - continua il dottor Griglio - la presenza dei veterinari ispettori presso i macelli rende possibile l'immediata esclusione delle carni contaminate dal consumo umano evitando che arrivino nel piatto del consumatore. Questo a fronte di un 47% di campioni di frutta e di un 15,3% di campioni di ortaggi che presentavano, nel 2007, tracce di contaminanti chimici seppur al di sotto dei limiti di legge".

"La resistenza agli antibiotici rappresenta una della maggiori minacce alla salute pubblica nell'Unione europea e uno dei settori di lavoro prioritari per l'ECDC. La principale causa di resistenza agli antibiotici negli esseri umani è tuttora il ricorso ad antibiotici in medicina umana. Se si continuano a usare gli antibiotici in modo scorretto ed eccessivo, perderemo i mezzi per curare le malattie infettive gravi", ha infatti dichiarato Dominique L. Monnet, esperto di grado superiore e coordinatore del settore "Resistenza agli antimicrobici e infezioni associate all'assistenza sanitaria" dell'ECDC.

Il nostro Paese è tra quelli a maggior rischio in questo settore. I dati relativi al consumo degli antibiotici analizzati dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e presentati nel 1° Rapporto Osmed dedicato agli antibiotici mostrano come il consumo di questa classe di farmaci continui a crescere e come l'Italia sia uno dei Paesi europei con il più alto consumo di antibiotici preceduta solo dalla Francia e da Cipro.

Chi sceglie la dieta vegetariana - conclude Griglio - lo faccia quindi sulla base di valutazioni etiche o di scelte nutrizionali e non sulla base dei rischi legati alle carni.