La Fnovi ha chiesto l'attivazione di un tavolo tecnico sull'apicoltura per affrontare nodi irrisolti sull'impiego del farmaco veterinario in questo settore. Clima teso fra veterinari e apicoltori. Una multa dei servizi veterinari ad un allevatore toscano ha creato il casus belli. A dicembre un apicoltore toscano è stato sanzionato dai servizi veterinari con 20mila euro di multa per avere usato acido ossalico senza ricetta veterinaria. L'Unione di categoria, UNAAPI, ha reagito dichiarando sul sito mieliditalia.it di "rifiutare questa miope e controproducente "visione" di ruolo e funzione del Servizio Veterinario Pubblico" e parlando di "ingiustificabile vessazione".
La Fnovi, che dal 2009 ha attivato un gruppo di lavoro "veterinari e apicoltura", ha chiesto alla Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario l'urgente attivazione di un tavolo tecnico ministeriale per fare chiarezza sugli aspetti sanitari e normativi riguardanti il settore apistico e sui rapporti fra veterinari e allevatori.
Nel richiamare le disposizioni di legge sul farmaco e sulla sicurezza alimentare, la Fnovi ha replicato alle affermazioni di UNAAPI, ricordando al Presidente FrancescoPanella il ruolo del medico veterinario e le motivazioni del "divieto di acquisto dell'acido ossalico presso rivendite non autorizzate quali mesticherie, ferramenta o altri luoghi, per l'incapacità di garantirne l'assenza di residui tossici e dannosi sia per l'apicoltore che per le api".
Ed è sempre nella legge, prosegue la nota firmata dal Presidente FNOVI, Gaetano Penocchio, che si trovano "le motivazioni di una preparazione rigorosa, attenta e professionale della "preparazione magistrale" (e non galenica come da Lei riferito per la fattispecie) del farmaco in una farmacia piuttosto che in un sottoscala o in cucina e quelle di una ricetta veterinaria nonché del controllo dell'efficacia di una terapia a raffronto di una diagnosi, nella previsione delle registrazioni".