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MANOVRA 2010, RANDAGISMO SOTTOFINANZIATO

MANOVRA 2010, RANDAGISMO SOTTOFINANZIATO
La Legge Finanziaria 2010 è all'esame del Senato. Dodici senatori lamentano carenza di fondi per la lotta al randagismo e firmano un ordine del giorno per impegnare il Governo " a reperire le risorse necessarie". Il programma Prevenzione e assistenza veterinaria "reca una riduzione di spesa - rispetto alle previsioni assestate per il 2009 - di 6 milioni di euro". La Commissione Bilancio non approva.

Palazzo Madama concluderà in settimana la prima lettura della Legge Finanziaria 2010. Prima di approdare all'Assemblea del Senato, la manovra ha superato l'esame delle Commissioni parlamentari dove non ha subito significativi interventi.

Fra gli interventi emendativi, è stato bocciato anche un ordine del giorno che chiedeva più fondi per la lotta al randagismo. Dodici senatori, primo fra i quali il Sen Bassoli, chiedevano alla Commissione Bilancio di impegnare il Governo " a reperire le risorse necessarie per far fronte al fenomeno del randagismo al fine di elaborare un piano operativo di prevenzione e di controllo del randagismo".

Dai dati del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali- è scritto nell'atto parlamentare- "emerge con chiarezza il fatto che, nonostante le risorse impiegate, una parte consistente dei progetti dedicati a strutture di rifugio per cani randagi, a strutture per la loro sterilizzazione e a centri di adozione e di rieducazione comportamentale non sono stati finanziati per mancanza di fondi".

I senatori firmatari, lamentano che nello stato di previsione del Ministero, nell'ambito della missione n. 20 Tutela della salute, il programma n. 2U.2 -Prevenzione e assistenza veterinaria "reca una riduzione di spesa - rispetto alle previsioni assestate per il 2009 - di 6 milioni di euro".

I dati ufficiali parlano di un totale di 590 mila randagi, di cui solo 150.000 circa ospitati in canili. "Altre fonti valutano che queste cifre siano sottostimate, che il numero di randagi in Italia si aggiri intorno al milione di esemplari e che ogni anno vengano abbandonati altri 45mila cani".

Con decreto ministeriale 12 giugno 2008 sono stati modificati i criteri di ripartizione del fondo, ripartito per il 40 per cento in quote di pari entità tra le regioni, per il 30 per cento in base alla consistenza della popolazione dei cani e dei gatti e per l'ultimo 30 per cento in base alla popolazione umana; sono le regioni e le province autonome a dover individuare, nell'ambito della programmazione regionale, le priorità di intervento, elaborando un piano operativo di prevenzione del randagismo, dando priorità ai piani di controllo delle nascite e anzi destinando una quota non inferiore al 60 per cento delle risorse disponibili alle sterilizzazioni.