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ATTI INTIMIDATORI, ANMVI: NON VOGLIAMO EROI

ATTI INTIMIDATORI, ANMVI: NON VOGLIAMO EROI
Sull'Osservatorio per la legalità il Governo non ha più fatto sapere nulla circa la sua composizione e la sua tempestiva attivazione. La malavita ha continuato a minacciare i medici veterinari lasciati senza protezioni. L'Anmvi scrive al Ministro Maroni e al Sottosegretario Martini: non vogliamo eroi. L'Anmvi è tornata a segnalare alle autorità di Governo la situazione di medici veterinari che, in Sicilia e Calabria in particolare, vivono ed esercitano sotto pesanti intimidazioni, in condizioni di reale rischio per le loro vite e quelle dei loro familiari.

La situazione si aggrava mentre dai Ministeri competenti non arrivano segnali di intervento. All'annunciata istituzione da parte del Sottosegretario Francesca Martini di un Osservatorio sulla legalità, mesi or sono, non ha ancora fatto seguito un intervento formale del Governo circa la sua composizione e la sua tempestiva attivazione.

Intanto la malavita ha perseverato nei suoi comportamenti criminosi. Nei giorni scorsi, Roberto Macrì, più volte bersaglio di intimidazioni e tuttavia privo di protezioni di sicurezza, ha trovato sul muro di casa (quartiere di Pirivoglia di Chiaravalle, Catanzaro) una croce con la scritta: "Questo è l'ultimo avvertimento".

Macrì non chiede premi o riconoscimenti nè tanto meno vuole essere considerato una povera vittima o un possibile "eroe", chiede soltanto che le istituzioni non si arrendano di fronte all'evidenza dei fatti ma che si impegnino per garantire a lui, ed a altri colleghi che vivono situazioni simili, di poter continuare a svolgere il proprio lavoro senza la paura di mettere a rischio la propria vita o quella dei  famigliari. L'Anmvi si unisce alla sua richiesta a nome di tutti i Colleghi che servono la sanità pubblica italiana in zone ad alto tasso di criminalità.

Indagini sulle minacce a Roberto Macrì, fascicolo contro ignoti

Attività investigativa a trecentosessanta gradi da parte dei carabinieri della locale stazione, sull'azione delinquenziale con minacce perpetrate ai danni del veterinario dell'azienda sanitaria provinciale Roberto Macrì. Muri di casa imbrattati con vernice di colore rosso, frasi offensive seguite da minacce di morte: il segnale non lascia spazio ad alcun equivoco perché si tratta di un preciso atto intimidatorio legato all'attività svolta in seno al servizio veterinario di Soverato che comprende un vasto bacino di utenza che va dall'area del Basso Jonio sino alle Preserre.


Il fascicolo aperto dell'inchiesta è contro ignoti, ma ovviamente gli investigatori non tralasciano alcuna pista perché sui muri della casa di Pirivoglia del funzionario dell'Asp è stato fatto un accenno alla sorella Tiziana Macrì magistrato alla Procura della Repubblica di Catanzaro. C'è da stabilire quale possa essere il collegamento dei malviventi e capire chi effettivamente è entrato nel mirino della microcriminalità organizzata. Interrogativi sino a questo punto d'obbligo e bocche cucite sia da parte del destinarlo delle minacce che da parte degli investigatori. Il lavoro di veterinario, le ispezioni, i controlli, le attività degli ultimi anni. Il veterinario nel 2004 su incarico dell'allora assessore regionale alla Salute Doris Lo Moro, era stato nominato componente della commissione emergenza zoonosi costituita nell'azienda sanitaria di Lamezia Terme.
Probabilmente la soluzione potrebbe venire fuori proprio dal curriculum del professionista e dalle pratiche trattate, nel recente passato, oppure tuttora al presidio di Soverato. Sono comunque delle ipotesi non tanto investigative, ma dettate dalla voglia di accertare al più presto la verità, cosa che lo stesso Roberto Macrì è il primo a volere e quindi a pretendere. Non ha parlato direttamente, perché adesso la pratica verrà seguita da un legale di fiducia nominato appositamente, dopo il quarto atto intimidatorio, iniziato con la testa di capretto mozzata davanti casa, poi nel mirino l'abitazione di campagna di Pirivoglia dove in successione il veterinario ha trovato la bottiglia incendiaria con accendino, proiettili sparati da un'auto in corsa e adesso le scritte offensive e minacciose.
Al momento senza riscontri oggettivi, da parte del luogotenente Alfredo Anselmo che ha inteso mantenere il riserbo più assoluto, anche sull'operato della squadra della Scientifica che ha scattato foto ed eseguito i rilievi del caso, prudenza massima, anche in considerazione del fatto che il professionista in città, svolge una vita tranquilla, dedita al sociale e senza alcun impegno di carattere politico. Proprio per questa ragione, sul fronte delle indagini, il cliché è abbastanza identico rispetto ai precedenti episodi delinquenziali, seguiti sempre con messaggio intimidatorio.


Le varie tappe della vita professionale del veterinario, da una parte, che adesso risulta incaricato al servizio veterinario dell'Asp di Catanzaro, distaccato al presidio di Soverato per il controllo dei mattatoi del Basso Jonio delle Preserre, un possibile collegamento con la sorella magistrato dall'altra, alla vigilia di importanti processi che si celebreranno a Catanzaro, sono state sicuramente raccontate ai carabinieri che sono tornati ad aprire il vecchio fascicolo, per capire se, la provenienza dell'azione criminosa e quindi arrivare agli esecutori materiali, possa essere riconducibile al lavoro della commissione emergenza zoonosi, oppure tutte è di stringente attualità.