• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31963
cerca ... cerca ...

UN PIANO TERRITORIALE PER LE UNIVERSITA'

UN PIANO TERRITORIALE PER LE UNIVERSITA'
Ogni provincia, ogni comune, in Italia, vuole avere un'Università e quindi il nostro paese ha visto il proliferare di sedi universitarie spesso senza alcuna struttura o qualità. Il Ministro Gelmini vuole rivedere il sistema distributivo per migliorare la qualità didattica degli atenei. A pochi chilometri di distanza in Italia si può trovare lo stesso Corso di Laurea. Può darsi che la qualità non sia la stessa, ma il diploma di Laurea vale comunque e visto che nel nostro paese quello che conta è il " pezzo di carta", va tutto bene.
In Italia ogni Provincia ha sedi universitarie che non mancano neppure in tutti i comuni di medie dimensioni, anche se spesso non hanno strutture adeguate e la qualità didattica lascia molto a desiderare. Questo significa un enorme spreco economico ed un livello qualitativo medio piuttosto basso. Il Ministro dell'Istruzione e della Università, Maria Stella Gelmini, ha deciso che questo sistema non può funzionare e presenterà quindi al prossimo Consiglio dei Ministri un disegno di legge sul sistema universitario che dovrà prevedere anche una specie di piano regolatore delle sedi. Il testo considera la possibilità agli atenei, sulla base di un progetto analitico, di aggregarsi in strutture federative, il tutto per migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'attività didattica, di ricerca e gestionale, e,soprattutto, di ottimizzare le risorse. Questo anche perchè il trasferimento del personale tra gli atenei federati comporterà il contestuale trasferimento della quota parte relativa del fondo di finanziamento statale. Il testo del disegno di legge prevede anche la delega al Governo del riordino della disciplina concernente il reclutamento e la progressione di carriera dei professori e ricercatori universitari. Diverse le novità previste. La più importante è certamente quella che prevede le modalità di selezione dei professori che dovranno passare prima da una abilitazione nazionale ( durata di 4 anni) sulla base di requisiti di produzione scientifica.
Verrà quindi creata una lista, non a numero chiuso, di abilitati fra i quali i singoli atenei potranno reclutare i ricercatori o i docenti di cui hanno bisogno. In questo modo si dovrebbero finalmente evitare tutte le corsie preferenziali tante volte, ed inutilmente, denunciate. In questi giorni il Ministero ha anche rivisto il regolamento per l'Anvur ( Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca) voluta dall'ex Ministro Fabio Mussi. Mara Stella Gelmini ha sfrondato l'Agenzia da tutte quelle criticità che la rendevano una struttura troppo costosa , ad alto tasso di burocrazia e rigidità, e soprattutto destinata a controllare anche i più piccoli meccanismi e procedure. La nuova Anvur svolgerà quindi l'attività di valutazione delle Università attraverso un sistema integrato che consentirà al Ministero di collegare i trasferimenti statali raggiunti. La valutazione sarà infatti basata su parametri oggettivi e certificabili, raccordando anche le attività già svolte dai nuclei di valutazione interna degli atenei. l'Agenzia proporrà anche tutti quei requisiti quantitativi e qualitativi necessari, non solo ai fini dell'istituzione di nuove Università o di nuove sedi distaccate, ma anche per l'attivazione di tutti i corsi di studio compresi i dottorati di ricerca ed i master.