CONFPROFESSIONI: IN ABRUZZO PROFESSIONI PARALIZZATE
Il sisma ha compromesso le attività di oltre 500 studi professionali e relativo personale. Confprofessioni prevede per gli studi professionali un accesso diretto ai fondi per la ricostruzione, nuovi strumenti finanziari come i confidi e di intervenire sugli Studi di settore per congelare il rapporto col Fisco. Erano 517 gli studi professionali operativi in Abruzzo prima del sisma e che impiegavano, complessivamente, un migliaio di dipendenti residenti nella regione. Nella sola provincia de L'Aquila, la più colpita dalla devastazione, si contavano 107 studi professionali, 46 nel comune aquilano proprio a ridosso del centro storico ormai in rovina. Quanto alle altre provincie, 128 studi professionali operavano nella provincia di Chieti, 144 in quella di Pescara e 138 in quella di Teramo.
Nella ricognizione effettuata da Cadiprof, la Cassa di assistenza sanitaria degli studi professionali, le attività paralizzate dal sisma coinvolgono tutte le professioni intellettuali: commercialisti, architetti, consulenti del lavoro, medici di famiglia, odontoiatri, veterinari, studi legali e notarili.
"Siamo di fronte a una vera è propria paralisi delle attività intellettuali - commenta il Presidente di Confprofessioni e di Cadiprof Gaetano Stella - e non riusciamo ancora ad intravvedere la ripresa. Servono misure urgenti di sostegno al comparto professionale per rimettere in moto tutta la regione. I professionisti - conclude Stella - hanno bisogno di ricostruire il loro lavoro e tutelare il proprio personale dipendente. I ministeri economici si devono attivare al più presto con un'azione di sostegno per i professionisti e per i loro dipendenti".
Le linee guida tracciate da Confprofessioni prevedono per gli studi professionali un accesso diretto ai fondi per la ricostruzione, quindi bisogna attivare nuovi strumenti finanziari come i confidi, e intervenire sugli Studi di settore per congelare il rapporto col Fisco.
Sul fronte dei dipendenti degli studi - secondo la Confederazione dei liberi professionisti - dovranno essere attivati immediatamente gli ammortizzatori sociali in deroga che il Ministero del Lavoro ha recentemente confermato anche negli studi professionali. I dipendenti saranno tutelati comunque dagli strumenti previsti dal CCNL di categoria, a partire dall'assistenza sanitaria che Cadiprof ha già attivato con l'annullamento di scoperti e franchigie e con la sospensione per tutto l'anno del versamento dei contributi. (fonte: Ufficio Stampa Confprofessioni - dati elaborati da Cadiprof alla data odierna)