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CATRICALA': 5 MODIFICHE ALLA LEGGE BERSANI

CATRICALA': 5 MODIFICHE ALLA LEGGE BERSANI
L'Antitrust ha formulato cinque proposte emendative della Legge Bersani per completare il processo di liberalizzazione delle professioni. Fnovi: l'autorità contesta la legge. Per il Garante Catricalà le liberalizzazioni di Bersani agiscono su una fase preconcorrenziale, adesso bisogna completare il processo di ingresso dei professionisti nelle regole del mercato: i professionisti sono imprese. La conclusione dell' indagine conoscitiva deliberata dall'Antitrust su 13 categorie professionali (architetti, avvocati, consulenti del lavoro, farmacisti, geologi, geometri, giornalisti, ingegneri, medici e odontoiatri, notai, periti industriali, psicologi, dottori commercialisti ed esperti contabili) è che "la maggior parte degli Ordini sta resistendo ai principi di liberalizzazione introdotti dalla legge Bersani che va dunque rafforzata per garantire maggiore concorrenza nei servizi professionali".

Per questo l'Antitrust auspica un intervento del legislatore volto ad emendare la legge Bersani, prevedendo:
1) l'abolizione delle tariffe minime o fisse: il decreto legge Bersani del 2006 come modificato dalla legge di conversione, a differenza dell'originaria versione, si limita, infatti, a prevedere la non obbligatorietà delle tariffe minime e fisse, lasciando intendere che esse potrebbero essere considerate come riferimento, raccomandazione o orientamento di prezzi per i professionisti, attenuando così significativamente la portata liberalizzatrice della riforma.
2) l'abrogazione del potere di verifica della trasparenza e veridicità della pubblicità esercitabile dagli ordini: il potere di verifica sulla pubblicità attribuito agli ordini (ugualmente non previsto nel testo dell'originario decreto legge) può essere utilizzato per limitare l'uso della leva concorrenziale della pubblicità da parte dei professionisti.
3) l'istituzione di lauree abilitanti: è auspicabile che il legislatore preveda, a seconda delle circostanze, l'istituzione di corsi universitari che consentano di conseguire direttamente l'abilitazione all'esercizio della professione.
4) lo svolgimento del tirocinio durante il corso di studio: il periodo di tirocinio dovrebbe essere proporzionato alle esigenze di apprendimento pratico delle diverse professioni e dovrebbe poter essere svolto, ove in concreto possibile, nell'ambito degli stessi corsi di studio.
5) la presenza di soggetti ‘terzi' negli organi di governo degli ordini: nell'ottica di favorire la più ampia liberalizzazione dei servizi professionali occorre prevedere percorsi più agevoli di accesso alle professioni e un sistema degli ordini aperto alle rappresentanze di soggetti terzi per meglio svolgere il necessario ruolo di raccordo tra professionisti e utenti dei servizi professionali. Sarebbe opportuno che gli organi di governo degli ordini non siano più espressione esclusiva degli appartenenti, ma siano composti anche da soggetti estranei agli ordini stessi.

L'Antitrust ribadisce che il settore dei servizi professionali non può sottrarsi ai principi concorrenziali più volte ribaditi anche a livello comunitario e auspica che gli Ordini adeguino completamente i loro codici alle linee indicate dall'Autorità.

La Fnovi, che a seguito di una istruttoria dell'Agcm ha modificato il Codice Deontologico del Medico Veterinario, commenta che l'Antitrust "contesta la legge". "Non siamo d'accordo - si legge nella nota diffusa oggi dalla Federazione- con l'Autorità e con i mercatisti tutte le volte che il termine "libertà" viene assunto come sinonimo di "anarchia", ossia come totale assenza di principi regolatori".