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ZAIA: CONSULENZE AZIENDALI SENZA ATTO DI INDIRIZZO

ZAIA: CONSULENZE AZIENDALI SENZA ATTO DI INDIRIZZO
"Il provvedimento nazionale di indirizzo nei confronti delle Regioni, che avevamo proposto per garantire un livello minimo di uniformità alla materia non è purtroppo andato in porto. Non aver adottato questo provvedimento è stato un errore". L'ha dichiarato il Ministro Zaia a 30giorni.

"Un errore la mancanza di uniformità nelle consulenze aziendali", parola di Ministro. Sull'ultimo numero di 30giorni il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Luca Zaia, parla di benessere animale e di consulenze aziendali: "Non è vero - dice - che la consulenza aziendale non rappresenta un costo per l'imprenditore", tuttavia il benessere animale è un investimento: "le tecniche che lo garantiscono consentono incrementi nella produttività, questo rappresenta un ulteriore stimolo per l'allevatore. Lo stato di salute degli animali rimane un requisito prioritario non solo dal punto di vista imprenditoriale, ma anche in termini di sostenibilità ed etica professionale dell'allevatore".


E sul contenzioso legale con le Regioni in fatto di consulenze aziendali, dal Ministro arriva una sincera ammissione: "Il provvedimento nazionale di indirizzo nei confronti delle Regioni, che avevamo proposto per garantire un livello minimo di uniformità alla materia non è purtroppo andato in porto. Non aver adottato questo provvedimento è stato un errore".


Le consulenze aziendali agli allevatori possono essere prestate dai professionisti iscritti all'albo, nella fattispecie dai medici veterinari per quanto riguarda la sanità e il benessere animale. Tuttavia in molte Regioni, i piani di sviluppo rurale escludono, o tentano di escludere, i professionisti dalla condizionalità, quel regime previsto dalla Politica Comunitaria Agricola (PAC) che premia con aiuti finanziari solo gli allevatori in regola con le norme sulla sanità veterinaria. Attraverso Fondagri, le Federazioni dei veterinari degli agrotecnici e degli agronomi, tutelano, anche in sede legale, il diritto dei professionisti a prestare le consulenze. La giurisprudenza ha confermato l'illegittimità di quei bandi regionali che richiedono requisiti aggiuntivi o discriminatori ai professionisti abilitati.