Dopo le audizioni svolte in Commissione Affari Sociali, le cinque proposte di legge per riformare il governo del SSN confluiscono in un testo unificato. Ecco come cambia la libera professione dei medici. L'obiettivo dichiarato della maggioranza è di far arrivare il testo nell'Aula di Montecitorio entro fine marzo. Nel testo unificato sul
governo clinico predisposto dal Comitato ristretto della Commissione Affari Sociali e anticipato dal Sole 24 Ore Sanità, figurano i tre principi fondamentali attorno ai quali farà perno l'attività libero professionale dei dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale:
1. i dirigenti medici e sanitari del Servizio sanitario nazionale intrattengono con lo stesso un unico rapporto di lavoro;
2. compete a tali dirigenti, anche se incaricati della direzione di strutture complesse, il diritto a esercitare l'attività libero-professionale, al fine di garantire una migliore produttività nell'ambito delle strutture del Servizio sanitario nazionale;
3. l'attività libero-professionale deve essere svolta al di fuori dell'orario di servizio, e può esercitarsi nella forma singola e/o di équipe. Il luogo di esercizio della medesima è scelto dal dirigente interessato, all'interno (intramoenia) o all'esterno (extramoenia) della struttura di appartenenza.
Secondo l'orientamento della maggioranza, che ha svolto un ampio ciclo di audizioni prima di riunire in un testo unico le cinque proposte di legge deposistate, il provvedimento dovrebbe arrivare in Aula entro marzo. Sulla materia è stata sentita l'Anmvi che ha ribadito al Comitato ristretto le proprie posizioni in fatto di intramoenia veterinaria.
Secondo il testo anticipato dalla stampa, ma non ancora pubblicato alla Camera, saranno le Regioni a disciplinare l'attività libero-professionale dei dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale e a definirne le modalità di esercizio. Come?
Innanzitutto i volumi prestazionali di attività professionale ammessi dovranno, sia per l'intramoenia sia per l'extramoenia, non essere in ogni caso superiori alle corrispondenti attività della medesima forma e tipologia effettivamente svolte a favore della struttura sanitaria di appartenenza per analoga durata.
La tariffa professionale per l'intramoenia verrebbe definita, previo accordo quadro aziendale con le Oss della dirigenza medica firmatarie del Ccnl, dal singolo dirigente, in contraddittorio con l'azienda.
Nel caso di attività professionale svolta all'interno della struttura di appartenenza (intramoenia) spetta a ciascuna Azienda sanitaria garantire l'allestimento di idonei spazi autonomi, le necessarie dotazioni organiche e strumentali, un separato centro di prenotazione (Cup) nonché la definizione di un orario di svolgimento compatibile con l'esercizio dell'attività istituzionale. Per l'attività svolta all'interno della struttura della azienda, compete alla medesima una quota della tariffa per assicurare la piena copertura dei costi sopportati per l'apprestamento e la gestione delle strutture necessarie al suo svolgimento.
L'esercizio libero-professionale svolto all'esterno delle strutture aziendali non deve comportare oneri per il professionista nei confronti dell'azienda stessa.La Regione, anche avvalendosi dell'Azienda nazionale dei Servizi sanitari regionali (Agenas), svolge attività di monitoraggio e di controllo sullo svolgimento della libera professione in termini di tempi e di prestazioni
L'indennità di esclusività non spetta a chi svolge attività professionale all'esterno della struttura del Servizio sanitario nazionale con cui intrattiene il rapporto di lavoro. Essa è dovuta anche a chi eserciti attività libero-professionale all'esterno della struttura, solamente quando ciò sia addebitabile a carenze strutturali e organizzative dell'azienda (fonte: il Sole 24 Ore sanità).