• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31300

BLUETONGUE, FRANCIA:VACCINAZIONE FACOLTATIVA

Immagine
In Francia la vaccinazione contro il sierotipo 8 della bluetongue,  sarà facoltativa. L'anuncio è del ministero dell'agricoltura francese. Ne discutono oggi a Bruxelles i ministri dell'agricoltura. Dal 4 marzo stop di capi dalle aree a rischio francesi. Anche l'Irlanda dice no.

In Francia la vaccinazione contro il sierotipo 8 della bluetongue, secondo quanto annunciato dal ministero dell'agricoltura francese, sarà facoltativa. Entro aprile e agosto saranno disponibili più di 40 milioni di dosi che permetteranno di vaccinare in territorio francese 15 milioni di bovini e più di 10 milioni di piccoli ruminanti. Il pianodi vaccinazione contro la bluetongue sarà oggetto della riunione del Consiglio dell'Agricoltura e della Pesca che ha luogo a Bruxelles oggi, 18 febbraio.

La vaccinazione comincerà ad aprile e principalmente nei 16 dipartimenti toccati dalla Bluetongue dal 2006. Per il resto del territorio, la vaccinazione è prevista in maggio e le priorità saranno i piccoli ruminanti e i bovini in età di riproduzione. Nel piano di vaccinazione francese sarà preso in considerazione anche il caso degli animali esportati verso l'Italia come quello degli animali in transumanza. Lo Stato darà agli allevatori apporterà un sostegno di 10 milioni di euro per l'acquisto dei vaccini, il resto del finanziamento sarà supportato dalla Commissione Europea. Per la vaccinazione la Commissione prenderà in carico il 50% della campagna.

Intanto, dal 4 marzo non sara' piu' possibile importare animali sensibili ai virus della 'blue tongue', la febbre catarrale che colpisce i ruminanti, provenienti dalle aree a rischio della Francia. E' questo il contenuto dell' ordinanza del ministero della Salute, illustrata il 16 febbraio dal sottosegretario Giampaolo Patta, per far fronte al rischio di contagio in particolare degli allevamenti bovini, anche nel nostro Paese, dopo che lo scorso anno in pochi mesi il virus BTV-8 si e' diffuso in tutto il nord Europa.  [IMMAGINE3]

L'ordinanza che entrera' in vigore, appunto, il 4 marzo, e' ''una misura di prevenzione'', spiegano al ministero, ''per proteggere il nostro patrimonio zootecnico'', che consentira' di valicare le Alpi solo agli animali ''rigorosamente controllati secondo la normativa europea (il regolamento 1226/2007), richiesta - ricorda il sottosegretario - proprio dalla Francia''.

Il regolamento prevede che si possano movimentare dalle zone infette gli animali solo se vaccinati o se sottoposti a quarantena per verificare che non siano portatori della malattia. ''Abbiamo messo in campo queste misure per evitare di importare anche la malattia - ha spiegato Patta - dopo che, con costosi e impegnativi controlli, si sono riscontrate positivita' in aziende italiane che hanno importato capi dalla Francia''.

L'Italia importa da Oltralpe piu' del 50 per cento dei bovini, circa 1 milione di esemplari. ''I nostri allevatori stanno gia' valutando altri mercati - ha spiegato Patta - e' chiaro che ne avranno un danno economico, ma, soprattutto chi produce latte e formaggi, ci chiede il massimo rigore''. I virus della 'blue tongue' infatti, ''che - ci tengono a specificare al ministero - non creano alcun rischio per l'uomo'', colpiscono ovini e bovini causando ''zoppie - spiega il professor Vincenzo Caporale, responsabile del Centro italiano di riferimento per le malattie esotiche - erosione delle mucose e, soprattutto, una riduzione consistente della produzione del latte''. Oggi a Bruxelles, in occasione della riunione del consiglio dei ministri dell'agricoltura, una delegazione italiana guidata da Patta incontrera' il ministro francese, nella speranza ''di trovare un accordo''.

Anche l' Irlanda si dice contraria alle importazioni di bestiame dalle zone più colpite dalla bluetongue. E' l'appello lanciato agli allevatori irlandesi dal ministro dell'Agricoltura dell'Irlanda del Nord, Michelle Gildernew, all'indomani della diffusione dei dati sulle importazioni dalle aree dell'Unione Europea considerate "a rischio". In particolare dall'inizio del 2008 sono stati 30.000 gli animali importati dai Paesi Bassi, dove sono in aumento i focolai della malattia. Nonostante gli avvisi del ministero dell'Agricoltura nei mesi scorsi, gli allevatori continuano secondo il ministro Gildernew ad importare dai Paesi Bassi poiché nel Netherlands i prezzi di vendita del bestiame esposto al rischio di febbre catarrale stanno calando e, dunque, risultano più appetibili per chi non rispetta le regole. Il Ministro irlandese non ha il potere di impedire l'interscambio da zone sotto il controllo legislativo dell'Unione Europea ma ricorda agli allevatori che i prezzi dei capi di bestiame in Irlanda del Nord sono stabili e non c'è un motivo reale che spinga a cercare prezzi più bassi se accompagnati dal rischio di diffusione dell'epidemia. Allo stato attuale l'Irlanda del Nord è ancora considerata zona libera da bluetongue.