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ETICHETTATURA FACOLTATIVA DELLE CARNI BOVINE

ETICHETTATURA FACOLTATIVA DELLE CARNI BOVINE
Cresce il numero dei soggetti operanti nell'ambito dell'etichettatura facoltativa delle carni bovine. Aumentano gli allevamenti e i macelli. Pubblicato oggi il Rapporto 2006 del Mipaaf sugli sforzi fatti per la rintracciabilità e per produrre in linea con la domanda di prodotti sicuri e di qualità.

Il Ministero delle Politiche Agricole ha pubblicato oggi il rapporto "Sistema di etichettatura facoltativa delle carni bovine - Monitoraggio dell'attività degli organismi indipendenti di controllo - Anno 2006".

Dal 1° gennaio 2002 è stato reso obbligatorio, per tutti gli operatori impegnati nel commercio delle carni bovine, l'indicazione in etichetta di: • numero di identificazione dell'animale o del lotto di animali; • nazione di nascita; • nazione in cui è stata effettuata la fase di ingrasso; • nazione e numero di approvazione dell'impianto che ha effettuato la macellazione; • nazione e numero di approvazione del laboratorio di sezionamento.

Informazioni supplementari volontarie possono essere aggiunte per comunicare al consumatore maggiori notizie relativamente alle fasi di pertinenza nell'ambito della filiera. Queste informazioni, che devono obbedire a principi di veridicità, sono essenzialmente riconducibili a dati sull'allevamento (denominazione azienda di nascita e/o allevamento, sistema di allevamento, alimentazione), a caratteristiche dell'animale (razza o tipo genetico, caratte- ristiche legate al genoma, sesso, periodo d'ingrasso) e a notizie relative alla macellazione (categoria, classificazione della carcassa, data macellazione, periodo frollatura, denominazione del macello).

Il rapporto registra un aumento sostenuto del numero di soggetti operanti nell'ambito dell'etichettatura facoltativa delle carni bovine. Gli allevamenti afferenti ad organizzazioni operanti nell'ambito dell'etichettatura facoltativa
delle carni bovine sono aumentati dell'18,5%, nel 2003-2004, in misura pari al 32%, con riferimento al biennio 2004-2005 e in misura pari al 5% nel biennio 2005- 2006. Sono andati incontro ad un aumento numerico anche i controlli previsti, fino a raggiungere un ammontare totale pari, nel 2006 a 2.490. Per quanto attiene agli allevamenti, risultano essere oggetto di controllo: l'apposizione delle marche auricolari, la tenuta dei registri di stalla, il tipo genetico o la razza, il sistema di allevamento e di razionamento alimentare. Trend stazionario per i mangimigfici, in salita invece per i macelli, dove i controlli hanno riguardato l'idoneità gestionale nell'ambito tracciabilità, l'abbinamento tra marca auricolare e codice progressivo di macellazione, l'etichettatura e la tenuta di un'idonea banca dati.

La rintracciabilità si pone come principio essenziale ed insostituibile nel garantire la valorizzazione dell'intero comparto zootecnico, nel tutelare gli operatori coinvolti nella filiera, in termini di reddito ed immagine, nonché i consumatori in ragione delle necessità di trasparenza delle condizioni di produzione e commercializzazione dei prodotti a base di carne bovina. L'etichettatura facoltative delle carni bovine appartiene ad un processo di ristrutturazione e riqualificazione del settore delle carni bovine, avviato dalla Comunità europea a seguito della crisi BSE del 1996 e successivamente del 2000. Ne è derivato un corso di riforme finalizzato sia alla stabilizzazione ed al rilancio del mercato, sia al consolidamento della fiducia dei consumatori nei prodotti di origine bovina.

Le considerazioni finali del rapporto ministeriale sono che il crescente numero di soggetti afferenti alle organizzazioni che si caratterizzano per l'adesione ad un disciplinare in materia di etichettatura facoltativa lascia pensare ad una crescente diffusione, tra gli operatori, della consapevolezza del produrre in linea
con la domanda di prodotti sicuri e di qualità.

 

 

Allegati
pdf RAPPORTO 2006 ETICHETTATURA CARNI BOVINE+.pdf