Ha fatto parlare di se', soprattutto in Emilia Romagna, per tutta l'estate: il virus Chikungunya, che ha scatenato la prima epidemia tropicale in Italia veicolata da un vettore nostrano (la zanzara tigre) e' stato debellato, e l'epidemia e' ufficialmente chiusa. Lo ha riferito Antonio Cassone, capo dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanita', partecipando al convegno promosso dal centro di Global Health dal titolo "Globalizzazione e salute: dall'epidemia di chikungunya alla pandemia influenzale". Da tre settimane, ha spiegato Cassone, l'Iss non riceve piu' campioni positivi al virus, ma non si puo' cantare vittoria: "Nella zanzara tigre il virus tropicale si e' trovato benissimo, e le zanzare stanno bene. Le madri lo hanno trasferito alle uova, che ora sono ferme per l'inverno sotto una foglia o sotto un vaso, ma a primavera dobbiamo prepararci all'eventualita' che nella schiusa alcune delle nuove zanzare siano infette, abbiamo preparato piani per una disinfestazione aggressiva su insetti adulti e larve". Resta poi il problema piu' generale, e cioe' che entri in Italia un altro portatore del Chikungunya, come l'indiano che semino' il virus in Emilia l'estate scorsa. Nel mondo, infatti, l'infezione e' tutt'altro che debellata: in India si sono registrati un milione 250.000 casi, e la globalizzazione favorisce il diffondersi in tutto il mondo, oltre che di merci e di idee, anche di virus. "Qualsiasi viaggiatore - ha spiegato Walter Pasini, direttore del centro di Global Health - puo' portare in poche ore in tutto il pianeta malattie importanti. Occorrono piani pandemici accurati, la diffusione di farmaci e vaccini antivirali e un coordinamento internazionale che tenga sempre desta l'attenzione. Come nel 'Deserto dei Tartari': magari e' un'attesa vana, ma c'e' la possibilita' che i 'Tartari', cioe' i virus esotici, arrivino". In Italia il virus Chikungunya ha colpito 235 persone, con una vittima. Provoca febbre alta, ma soprattutto dolori articolari fortissimi, tanto che il termine indiano significa letteralmente "l'uomo che cammina piegato". Ed e' particolarmente insidioso perche' rende infettivi ancora prima che si manifestino i primi sintomi, trasformando di fatto il malato in un "untore" suo malgrado. Per questo, ha sottolineato Cassone, "serve anche la sorveglianza forte dei medici di medicina generale, a cui il ministero ha inviato un documento guida, che devono considerare anche Chikungunya e Dongue nelle diagnosi". (AGI)