“Ci auguriamo che, per il bene del Paese, tre cardini della vita degli italiani come salute, lavoro e pensioni non vengano declassati dalle istituzioni alla stregua di funzioni da semplificare e da ridurre. Per la sanità veterinaria e per la sicurezza alimentare sarebbe un duro colpo: significherebbe cancellare gli sforzi fatti per dare alla salute animale e alla sicurezza delle produzioni alimentari di origine animale una collocazione istituzionale degna dell’importanza di queste politiche e delle professionalità di cui hanno bisogno”. La lettera inviata dal Presidente dell’ANMVI, Carlo Scotti, alle commissioni parlamentari impegnate nel varo della Finanziaria è un atto di accusa nei confronti di quanto si è verificato in Senato. Le norme “taglia ministri” sulla formazione e la composizione del Governo sono infatti state approvate dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama in sede d’esame della Finanziaria. Queste norme prevedono che “a partire dal Governo successivo a quello in carica”, il numero dei Ministeri e il relativo riparto di competenze vengano rivisti in base alla Riforma Bassanini (decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300). Quella riforma aveva accorpato il Ministero della Salute ai Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali, attribuendo a questo “ministero unico” le funzioni e i compiti spettanti allo stato in materia di sanità veterinaria, igiene e sicurezza degli alimenti, tutela della salute umana, coordinamento del sistema sanitario nazionale politiche sociali, tutela della salute nei luoghi di lavoro, politiche del lavoro e sviluppo dell'occupazione e adeguatezza del sistema previdenziale. L'emendamento approvato dalla commissione Bilancio di palazzo Madama limita a 12 ministri e 60 membri complessivi (tenendo conto dei viceministri e sottosegretari) la composizione del governo.
“Crediamo- prosegue Scotti- che non ci siano le condizioni perchè il nostro Paese si presenti ai suoi cittadini e a quelli d’Europa senza un Ministero della Salute e senza dare centralità alle politiche di sicurezza sanitaria. In un’epoca nella quale le maggiori organizzazioni sanitarie mondiali invitano a ragionare in termini di prevenzione e non di emergenza, mescolare in un unico calderone salute previdenza e lavoro rivela una insufficiente conoscenza di questi ambiti, una sottovalutazione dei problemi di ciascuno di essi e non è rispettoso né cittadini né delle professionalità che si adoperano in questi settori. La veterinaria, indignata, non può che dissentire profondamente dall'operato del Legislatore e si augura che, preferendo la politica alla demagogia, torni subito sui propri passi".