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CINQUE PDL PER ABOLIRE IL NUMERO CHIUSO

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Cancellare la programmazione universitaria ed eliminare le prove di ingresso. Sono cinque le proposte di legge all’esame della Commissione Cultura della Camera tendenti alla soppressione dell’accesso programmato ai corsi universitari. Le hanno presentate i deputati: Pasqualino Giuditta (UDEUR), Erminia Mazzoni (UDC), Titti De Simone (RC), Fulvio Tessitore (ULIVO) e Francesco Maria Amoruso (AN). Si premette che “la formazione universitaria ha assunto un ruolo fondamentale nei processi di sviluppo e modernizzazione del paese” e che ” l'introduzione del numero chiuso solo in alcune facoltà, lungi dall'offrire allo studente uno strumento per una migliore qualificazione del suo percorso studiorum, di fatto ha creato una situazione di grande incongruità nel diritto allo studio universitario”. Le proposte di legge dispongono la soppressione dell'accesso programmato attraverso l'abrogazione della normativa di riferimento, a partire proprio dalla Legge 2 agosto 199, n. 264 (Norme in materia di accessi ai corsi universitari), che stabilisce la programmazione a livello nazionale, fra gli altri, del corso di laurea in medicina veterinaria. Quali le alternative? Il Ministro dell'università e della ricerca stabilirebbe per decreto le modalità di accesso ai corsi universitari basate sulla natura del titolo di studio conseguito; le università provvederebbero a regolarizzare le iscrizioni effettuate con riserva, relative a qualsiasi tipo di corso, per gli anni accademici 2005-2006 e 2006-2007; verrebbero previste prove di accertamento, di carattere orientativo e non vincolante ai fini dell'iscrizione, delle disposizioni dei giovani al fine della scelta degli indirizzi di studio; i regolamenti didattici d'ateneo potrebbero anche prevedere e verificare il possesso di un'adeguata preparazione iniziale; se la verifica non è positiva sono indicati specifici obblighi formativi aggiuntivi da soddisfare nel primo anno di corso. In Commissione sono stati naturalmente ricordati gli scandali sulle irregolarità di esecuzione dei test. Il relatore, On Vito Li Causi (Pop-Udeur), ha concluso dichiarando che è “ diventato evidente che le prove preselettive, contribuiscono non solo ad alterare, ma a limitare la democraticità del sistema, ledendo quel fondamentale principio della Costituzione che definisce «compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese».