Sulla scia di un palese fraintendimento- non sempre ispirato dalla buona fede - del nuovo corso “liberalizzatore” introdotto di recente dal Legislatore, si assiste al proliferare ed al ripetersi di episodi di violazione dell’etica professionale veterinaria. Per questo l’ANMVI ha inviato una nota al Presidente della FNOVI Gaetano Penocchio rimarcando la “necessità di una costante e incisiva attività di vigilanza degli Ordini provinciali sul rispetto del Codice Deontologico Veterinario, in ottemperanza con il loro precipuo compito istituzionale”.
Scrive il Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti: ”si registrano infatti continuative azioni di volantinaggio promozionale, iniziative in commistione con attività e finalità commerciali e reiterate attività di disinformazione scientifica al pubblico, allo scopo di indurre ingannevolmente una domanda di prestazione sanitaria. A tali comportamenti non sempre segue l’opportuno intervento dell’Ordine Provinciale, ancorché sollecitato dalla nostra Associazione o dagli stessi iscritti. Cadute le tariffe obbligatorie e abbattuti i limiti di comunicazione pubblicitaria, la nota ricorda che persino la Legge Bersani parla di pubblicità “informativa” (e non promozionale) e che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha approvato la nuova formulazione del Codice Deontologico Veterinario, nulla obiettando circa il sussistente e vigente divieto di cointeressenza. “Alla luce di quanto esposto- scrive Scotti- lungi dall’indebolire il ruolo dell’Ordine professionale, la nuova era “liberalizzatrice” richiede, a parere di chi scrive, una presenza ancor più autorevole ed incisiva da parte dell’Ordine professionale nei confronti di iniziative di vera e propria deregulation, che sfuggono alla deontologia e sfociano in prevedibili e previste violazioni normative. Il Presidente dell’ANMVI si richiama inoltre alla recente pronuncia della Commissione Centrale degli Esercenti le Professioni Sanitarie che ha confermato il procedimento sanzionario comminato dall’Ordine di Torino alla Collega del più noto casus belli della nostra storia professionale recente, sottolineando che tale pronuncia “debba rappresentare uno stimolo per gli Ordini professionali affinché assolvano fino in fondo il loro compito istituzionale ed esercitino tutte le facoltà di intervento che la Legge assegna loro. . La posizione dell’ANMVI sulla Legge 4 agosto 2006, n. 248 (Legge Bersani) e sull’istruttoria dell’Antitrust è nota “ e non occorre qui riproporLa - aggiunge il Presidente dell’ANMVI- avendo peraltro coinciso con la strenua difesa della dignità e della statura intellettuale del medico veterinario che la nostra Federazione ha portato avanti, pur nel dovuto adeguamento agli obblighi imposti dal Legislatore”. La convinzione di fondo è che sia necessario rafforzare e difendere l’istituzione ordinistica, a dispetto di una preoccupante azione politico-parlamentare di discredito delle professioni liberali”. La Categoria- conclude il Presidente dell’ANMVI- già debole di un assetto giuridico che non definisce le sue competenze esclusive e riservate con la dovuta compiutezza e pertanto esposta all’assalto di professionalità diverse ed abusi- non deve consentire che proprio al suo interno si calpesti impunemente la deontologia.