La Direttrice dell'ufficio formazione continua del Ministero della salute, Maria Linetti, è intervenuta al dibattito sull’educazione continua in medicina promossa da Il Pensiero Scientifico Editore, chiarendo il significato dei crediti formativi: “ Se noi riducessimo l'ECM ad un sistema deputato ad acquisire crediti – ha dichiarato- è come se pensando alla formazione scolastica e universitaria ne riducessimo la portata all'atto dell'attribuzione del voto. Non avrebbe senso. I crediti formativi sono una parte, marginale, di un tutto. Sono solo la misura del tempo e dell'impegno che l'operatore utilizza per seguire un corso di aggiornamento, così come i crediti formativi universitari tempificano e valutano la preparazione di uno studente in ambito accademico. Tutto ciò si traduce in termini di sistemi che nel caso dell'apprendimento si sono dati un valore, un criterio, assolutamente generale che aiuta a verificare l'effettivo impegno, in termini di tempo, dell'operatore sanitario. Se valutiamo l'ECM dal punto di vista dei crediti è come se partissimo dalla fine". Maria Linetti è così intervenuta in replica agli interventi critici dell’americano Joseph S. Gonnella e di Franco Vimercati. Per il primo, “la formazione può avvenire ogni luogo ed usando una varietà di mezzi, ma le prestazioni dovrebbero essere controllate da un organo ben preciso o dall'ente stesso che le eroga. Le lacune, se non colmate, dovrebbero avere come conseguenza delle restrizioni nella pratica clinica fino al licenziamento”; il secondo, Franco Vimercati ( FISM), sostiene che l'Ordine “ dovrebbe preoccuparsi di fare in modo che il codice deontologico venga effettivamente conosciuto dai propri iscritti dal momento che nei principi elencati vi sono tutti gli elementi affinché non si giunga alla obbligatorietà della formazione professionale”.