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AIE, SIVE: PREOCCUPANO I PRIMI DATI 2007

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La Società Italiana Veterinari per Equini ha scritto al MInistero della Salute e al Ministero delle Politiche Agricole una lettera dai toni preoccupati circa la diffusione dell’anemia infettiva equina nel nostro Paese. Secondo i dati prodotti dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana circa l’incidenza di casi autoctoni di Anemia Infettiva Equina (AIE), i casi riferiti al 2007 ( gennaio-maggio) sono 137. Un numero elevato che pone problemi di profilassi e di gestione temporanea di casi, con risvolti anche sull’anagrafe degli equidi. Firmata con l’ANMVI, la lettera annota che i dati, “raffrontati con la quotidianità clinico -professionale del medico veterinario ippiatra, testimoniano di una situazione preoccupante sul piano epidemiologico per l’intero comparto, con particolare riguardo ad alcune tipologie di allevamento (cfr Sella-allenamento) e con significativa incidenza in alcune Regioni (Abruzzo, Toscana, Lazio, Emilia Romagna)”.I casi di positività per AIE – proseguono i medici veterinari ippiatri “rappresentano un potenziale rischio infettivo, nei confronti del quale si richiede alle autorità in indirizzo di produrre, nell’immediato, indicazioni circa la corretta gestione dei capi positivi, stante il verificarsi di risposte gestionali difformi, quando non improntate a spontaneismo, dell’animale infetto”. Inoltre, in ragione dell’elevato numero di casi riscontrati in pochi mesi, chiedono “di considerare se non sia opportuno adottare ulteriori provvedimenti urgenti prima della scadenza delle misure di profilassi fissata al 31/12/2007, mantenendo l'obbligatorietà del test di Coggins, con validità almeno annuale”. Infine, quali professionisti impegnati sul territorio e operanti a stretto contatto con i capi e con i proprietari, i veterinari della SIVE segnalano che “sono ancora numerosi i cavalli non sottoposti al test di Coggins e non identificati. Riteniamo, al contrario – scrivono- che il contesto epidemiologico richieda la certezza dell’identità dei capi, certezza che l’attuale stato di gestione provvisoria dell’anagrafe degli equidi non garantisce. Ciò malgrado gli sforzi di informazione dei medici veterinari ippiatri ai fini del rispetto della norme in vigore, a tutela degli animali e per il miglior servizio ai clienti-proprietari”.