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NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI

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L’elevato tasso di crescita delle varietà di polli allevati per la produzione da carne non è accompagnato da un livello soddisfacente di benessere e salute degli animali e gli effetti negativi dell’elevata densità sono minori negli edifici al cui interno sono possibili condizioni climatiche favorevoli. Sono le conclusioni del comitato scientifico della salute e del benessere degli animali del 21 marzo 2000 a cui il Consiglio europeo si richiama nel varare una nuova direttiva sulle norme minime di protezione dei polli da carne, per raggiungere l’obiettivo fondamentale di introdurre miglioramenti al benessere degli animali nell’allevamento intensivo di pollame. La Direttiva 2007/43/CE stabilisce che il personale che si occupa dei polli comprenda le esigenze in materia di benessere degli animali e riceva una formazione adeguata per svolgere le proprie mansioni o abbia acquisito un’esperienza equivalente a detta formazione. Pertanto, “gli Stati membri provvedono affinché i detentori che sono persone fisiche ricevano una formazione sufficiente allo svolgimento delle loro mansioni e siano disponibili corsi di formazione adeguati. I corsi di formazione sono incentrati sugli aspetti relativi al benessere e riguardano in particolare la normativa comunitaria, i temi elencati agli allegati I e II della Direttiva del Consiglio, fisiologia, in particolare il fabbisogno di acqua e cibo, comportamento animale e concetto di stress; aspetti pratici della manipolazione attenta del pollame, compresi la cattura, il carico e il trasporto; cure d’emergenza per i polli, uccisione e abbattimento d’emergenza; misure di biosicurezza preventiva. La nuova Direttiva del Consiglio europeo sulla protezione minima dei polli si applica ai polli allevati per la produzione di carne eccettuate le aziende con meno di 500 polli e in cui sono allevati solo gruppi di polli da riproduzione, gli incubatoi, i polli allevati estensivamente al coperto e all’aperto e ai polli allevati con metodi biologici. Gli Stati membri restano liberi di adottare misure più rigorose. La responsabilità principale per il benessere degli animali spetta al proprietario o al detentore degli animali stessi.