Per le organizzazioni sindacali, il problema dell'ammodernamento, pur fondamentale per gli assetti del Ssn è “ secondario rispetto ad alcune questioni più urgenti": contratto, libera professione, precariato e previdenza integrativa. Sono queste le priorità che il maggior numero dei sindacati della dirigenza medica e veterinaria hanno elencato ieri al Ministero della Salute alla discussione sul Disegno di Legge “Interventi per la qualità e la sicurezza del Servizio Sanitario Nazionale”, noto come il Ddl sull’ammodernamento del SSN. Oltre ai sindacati, il Ministero della Salute ha sentito gli ordini delle professioni sanitarie fra cui la FNOVI che, rappresentata da Donatella Loni, ha giudicato “carente” il testo. La posizione della Federazione – si legge sul portale fnovi.it “è nota ed in buona parte già rappresentata al Ministro ed attiene l’organizzazione complessiva della sanità pubblica veterinaria “a livello di Ministero della Salute, Regioni, ASL, IZS ed ISS. La FNOVI ha così ribadito la richiesta di istituire "ruolo sanitario regionale" , dato che molte regioni non dispongono di servizi veterinari o gli stessi sono diretti da profili non medici; la necessità che il SSN riconosca ed utilizzi al meglio la presenza e l'attività dei medici veterinari privati sia nella filiera (veterinario aziendale) che nella attività sugli animali famigliari; uscire dal precariato. “Se l’Amministrazione vuole continuare a garantire la qualità dei servizi- conclude la nota della Federazione- la formazione professionale e i livelli di assistenza dovrà rivedere la materia avendo cura di recuperare una impostazione che superi il solo requisito dell’economicità, ma che possa creare condizioni utili a perseguire i fini che la sanità pubblica si prefigge”.