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STUDI DI SETTORE, PRODI: REVISIONE 2007-2009

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Intervento ieri a Montecitorio di Romano Prodi sugli Studi di Settore. Il Presidente del Consiglio ha annunciato che “nel triennio 2007-2009 tutti gli studi saranno sottoposti a revisione: se piu` favorevoli si applicheranno ai contribuenti gli studi revisionati, i quali, prima di essere approvati, saranno sottoposti alla prevista consultazione della commissione degli esperti in cui partecipano i rappresentanti delle categorie interessate”.Sollecitato da due interrogazioni parlamentari che chiedevano il superamento della normativa sugli Studi ( risalente ormai al 1993) e degli indicatori economici, il premier è stato chiamato a rispondere delle difficoltà denunciate in questi giorni da varie categorie di lavoratori autonomi e piccole imprese. In particolare, al Governo sono stati contestati: l’applicazione degli indicatori economici previsti per il 2007 già nel 2006, la scarsa concertazione con le categorie interessate dagli studi e un complessivo inasprimento della pressione fiscale. Il Presidente del Consiglio ha risposto che “ gli studi di settore non sono assolutamente un accertamento fiscale, ma un’indicazione utile sia al contribuente che agli uffici fiscali”. Inoltre, “gli studi di settore non sono lo strumento di accertamento automatico, ma tali dati mettono in rilievo la necessita` di un’attenzione ai dati stessi, che l’Agenzia delle entrate utilizza come punto di riferimento. Pertanto, se il contribuente si adegua puo` restare tranquillo rispetto agli eventuali successivi controlli, mentre il contribuente che, invece, ritiene non sbagliati i dati che l’amministrazione contesta, e` libero di non adeguarsi. Quindi non sono una minimum tax”. Prodi ha inoltre ricordato che per consentire ai contribuenti e agli intermediari una piu` approfondita valutazione e una corretta applicazione della nuova normativa, che la scadenza ordinaria per il versamento delle imposte e` stata posticipata di venti giorni per chi applica gli studi di settore, “in modo che ci sia tempo per approfondire i problemi”. Gli studi, ha concluso Prodi “ non sono ne´ una forma di « catastizzazione » del reddito, ne´ una minimum tax; sono degli indicatori sui ricavi. Da questo punto di vista, nulla vieta che gli operatori possano essere in regola anche se i loro conti sono diversi dalle indicazioni degli studi. Nessuno puo` obbligare i contribuenti a pagare le tasse secondo gli studi di settore. Il contribuente ha solo l’obbligo di presentare delle dichiarazioni che rispecchiano la realta`.”