Nel corso del 2006 sono pervenute al sistema d’allerta comunitario per alimenti e mangimi RASFF (Rapid Alert
System for Food and Feed) nove notifiche d’allerta riguardanti episodi di gastroenterite verificatisi in consumatori che
avevano ingerito alimenti contaminati da Norovirus. Nella maggior parte dei casi notificati la malattia assume le
connotazioni di un’epidemia a decorso molto rapido, anche se sono state segnalate forme sporadiche ad andamento
stagionale verificatesi soprattutto nei bambini.
I Norovirus sono in grado di sopravvivere a lungo in condizioni ambientali sfavorevoli e possono procurare
malattia a dosi infettanti estremamente basse. Questi due fattori e l’eventualità che grossi contingenti di persone si
trovino confinati in ambienti piuttosto ristretti, e in condizioni igieniche non ottimali, come accade talvolta nelle grandi
comunità, fanno sì che la probabilità per l’uomo di contagiarsi sia particolarmente elevata. Questo spiega perché i
Norovirus siano ritenuti, non a torto, una delle cause principali di gastroenterite infettiva umana.
Alla luce di tali considerazioni, in ambito internazionale, già da diversi anni si sono attivati progetti di ricerca,
allo scopo di raccogliere ulteriori informazioni sugli agenti patogeni responsabili della malattia e sul loro grado di
diffusione tra la popolazione umana.
Per quanto riguarda la presenza in Italia di tale malattia, sulla base di quanto riferisce l’Istituto Superiore di
Sanità, non vi sono al momento attuale elementi sufficienti per poterne stimare il grado di prevalenza tra la popolazione
umana. Nonostante da diversi anni in diversi paesi dell’Europa occidentale, sia già attivo, pur con differenze da Paese a
Paese, un sistema di sorveglianza per le infezioni da Norovirus, in Italia le segnalazioni risultano piuttosto scarse e le
informazioni epidemiologiche su tale malattia sono frammentarie. Ciò potrebbe portare a sottostimare il numero effettivo
di casi di gastroenterite da Norovirus che si verificano annualmente nel nostro Paese.
Sulla base di tali premesse e considerata la rilevanza assunta da tale malattia in questi ultimi anni, la Direzione
Generale per la Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione del Ministero della salute ha ritenuto opportuno mettere a
disposizione delle autorità sanitarie di controllo un documento guida, elaborato appositamente dall’Istituto Superiore di
sanità, nel quale, unitamente ad informazioni di carattere generale sull’agente eziologico, le modalità di trasmissione e le
caratteristiche della malattia, vengono forniti orientamenti per la ricerca dei Norovirus nei campioni di feci e di alimenti,
prelevati nel corso delle indagini epidemiologiche. A tal fine, considerato che in Italia non tutti i Laboratori pubblici sono
in grado di effettuare le analisi per la determinazione dei Norovirus, nel documento in questione vengono elencati i
Laboratori specializzati per questo tipo di indagini virologiche, nonché i criteri da seguire per la conservazione dei
campioni prelevati durante gli episodi infettivi. La guida riporta inoltre una breve descrizione della metodica Real-Time-
PCR utilizzata per la ricerca virologica. Con riferimento a questo ultimo aspetto inoltre si fa presente che è stato
costituito un gruppo di lavoro, al quale partecipano anche ricercatori dell’ISS, con l’obbiettivo di individuare e mettere a
punto un metodo di riferimento per la rilevazione di taluni virus enterici (HAV, Norovirus GI e GII) negli alimenti. Il
suddetto gruppo di lavoro ha ritenuto opportuno prendere in considerazione l’applicazione della Real-time PCR per la
determinazione dei Norovirus.
Il sopraccitato documento è stato trasmesso agli Assessorati alla sanità delle Regioni e Province Autonome di
Trento e Bolzano, agli Uffici periferici del Ministero della salute e ai Laboratori pubblici degli Istituti Zooprofilattici.
Attualmente non esistono in commercio farmaci specifici e l’infezione da Norovirus può essere curata solo con
medicinali che intervengono sui sintomi della malattia. L’unico mezzo per evitare la trasmissione del contagio all’uomo rimane pertanto l’osservanza scrupolosa delle norme di igiene sia personale che degli ambienti. Per quanto riguarda l’igiene personale si raccomanda di lavarsi accuratamente le mani dopo il vomito o l’evacuazione, prima di assumere cibo e ogni qual volta si toccano materiali o oggetti che possono risultare contaminati. ( fonte: ministerosalute.it)