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COSI’ LA NUOVA LIBERA PROFESSIONE DEI MEDICI

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Due articoli, quattro commi in tutto per il lavoro in intramoenia dei medici italiani. Una bozza di testo presentata ieri dal sottosegretario alla salute Serafino Zucchelli ai sindacati, sancisce per quelli che ieri si chiamavano primari, oggi direttori di struttura complessa, il lavoro in esclusiva con il servizio pubblico. Stesso obbligo anche per i direttori di struttura semplice limitatamente alle strutture aventi specifiche caratteristiche di natura organizzativa e gestionali definite dalle Regioni. Per tutti gli altri incarichi dirigenziali e' consentito, a domanda, al termine dell'impegno assunto con il contratto individuale, transitare dal rapporto esclusivo a quello non esclusivo e dal primo al secondo. “ Non potrà più esistere- spiega il Ministro Livia Turco- un dirigente di struttura complessa o un primario che svolge l’attività privata esterna. Ma la scelta, l’intramoenia o il lavoro privato, potrà essere reversibile e legata alla scadenza del contratto. E per un singolo medico non potranno superare le prestazioni erogate in un giorno nel servizio pubblico. Saranno le ASL a stabilire le tariffe minime e massime. I direttori generali sono tenuti ad assumere le iniziative per assicurare il completamento degli interventi edilizi in corso e per la ristrutturazione dei locali destinati all'intramoenia. Tutto da completare entro 8 mesi a partire dalla data del 31 luglio 2007. Le aziende potranno anche acquistare, affittare o prendere in convenzione spazi esterni. Il Ministro ha inoltre affermato che ''l'indennita' e' una richiesta sacrosanta, costituisce uno degli assi portanti a difesa della sanita' pubblica, assieme all'esclusivita' del rapporto con il servizio sanitario nazionale dei dirigenti delle unita' complesse e dei primari.” Il Ministro- che per il nuovo Ddl si richiama all’indagine conoscitiva del Senato sulla libera professione medica- ritiene che questa attività sia “un diritto sacrosanto”, ma che “vada moralizzata”. L’indagine di Palazzo Madama mostrava i lati oscuri dell’intramoenia, le inadempienze, gli insuccessi e i conti aperti con il Fisco: nell’indagine si legge che il gettito reale dell’intramoenia è ritenuto maggiore di quello che risulta, a causa della evasione fiscale. L’ultimo caso registrato dalle cronache quello di un dipendente della Asl di Lecce, che, svolgendo l’attività di medico oculista presso il proprio studio, aveva incassato con le visite prestate agli assistiti, dal 2003 a 2006, la considerevole cifra di 640mila euro, mai trasferita all’ Azienda sanitaria nè tantomeno denunciata al Fisco. Così, secondo le nuove regole, le prenotazioni delle visite e la riscossione degli onorari (che dovranno essere definiti con un tariffario) non dovrà essere fatto dai medici. I sindacati esprimeranno le proprie osservazioni lunedi' prossimo.