Nel mese di marzo i Carabinieri di Fasano, in provincia di Brindisi, hanno disposto il sequestro di una valigetta nella quale uno studente in veterinaria fasanese, di 47 anni, teneva il suo “kit” di veterinario abusivo. All’interno i carabinieri hanno rinvenuto medicinali, siringhe, ricettari in bianco, libretti sanitari per le vaccinazioni, un falso timbro professionale, anestetici e una lampada blu. La denuncia, scattata di conseguenza, è di abuso di professione, un reato penalmente perseguibile ai sensi del 348 c.p., nel quale lo “studente” in questione sarebbe incorso già altre volte in passato, riuscendo a crearsi un certo credito presso la sua sprovveduta clientela delle province di Taranto e Brindisi. Ma alla fine di marzo il caso del “domiciliare” ha visto l’intervento dell’Arma quello dell’Ordine Provinciale di Brindisi che – sulla stampa locale- dichiara pieno appoggio alle forze dell’ordine: “nulla di più importante- afferma il Presidente Ernesto Camassa- per preservare l’integrità dell’ordine professionale dei veterinari, una categoria di professionisti seri ed affidabili. L’attività illecita portata alla luce è di una gravità inaudita, oltre alle conseguenze penali che comporta, la disattenzione della normativa è una questione di rispetto per la vita degli animali”.
Al sequestro del materiale sanitario hanno concorso ripetute segnalazioni di un gruppo di veterinari, sufficientemente circostanziate da consentire all’Arma di intervenire. Ora il Presidente dell’Ordine di Brindisi annuncia di voler andare fino in fondo alla vicenda e di volersi costituire parte lesa. Sul punto è stato coinvolto anche lo studio legale dell’ANMVI, dove da alcuni mesi è stato aperto un fascicolo sull’abuso di professione in medicina veterinaria, nel quale confluiscono tutte le segnalazioni inviate dai Colleghi mediante un modulo appositamente approntato dall’Associazione.
Il caso di Fasano ha avuto vasta risonanza sulla stampa locale, come documenta la rassegna stampa inviata all’ANMVI dal Presidente Camassa e dal Segretario Leonzio Spina. Analoga informativa è stata inviata anche al Presidente della FNOVI.