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INFORTUNI IN ZOOTECNIA, RAPPORTO INAIL

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Trend decrescente ( -5% nel 2005) degli infortuni in agricoltura, ma alcuni comparti rimangono sotto stretta osservazione. E’ il caso del settore zootecnico e anesso rischio biologico. Il rapporto INAIL ( Rischio biologico nel settore zootecnico. Indagine campionaria ISTAT-INAIL su salute e sicurezza sul lavoro. Osservatorio statistico Marzo 2007) rileva come il comparto degli allevamenti zootecnici esponga notevolmente gli operatori al rischio di contrarre malattie causate da virus, batteri, funghi e parassiti trasmessi dagli animali (zoonosi). Si tratta di un rischio potenziale, cioè risultante da una manipolazione non volontaria degli agenti biologici, in conseguenza del quale nell’uomo può verificarsi una semplice sieroconversione o la malattia conclamata. Gli agenti biologici responsabili di zoonosi sono numerosi e l’infezione può avvenire attraverso lesioni anche piccole della cute, attraverso le mucose, per via respiratoria, alimentare o tramite artropodi vettori. La valutazione del rischio biologico da zoonosi è piuttosto complessa poiché mancano i dati necessari per valutare quantitativamente la probabilità che si verifichi l’infezione e per esprimere l’entità del danno atteso. Il danno è in relazione alla dose infettante, alla patogenicità del ceppo ed allo stato di salute dell’uomo. Negli allevamenti la movimentazione degli animali, la mungitura, la pulizia dei box, la manipolazione di feti o placente in occasione di aborti, il contatto con le secrezioni, le deiezioni e le carcasse di animali infetti rappresentano le fasi operative a maggior rischio espositivo. Il rischio biologico include, oltre alle zoonosi, anche altre malattie quali il “polmone dell’agricoltore”, causato da spore vegetali presenti nel fieno o allergie verso miceti e componenti di vegetali o animali. Nel settore zootecnico la prevenzione si attua innanzitutto attraverso il controllo delle misure da seguire per la tutela del benessere degli animali (fonte principale di infezione), la profilassi vaccinale dei lavoratori, la loro costante igiene personale, l’attuazione di corrette procedure di lavoro e l’utilizzo regolare di adeguati dispositivi di protezione individuale.