Il sistema italiano di farmacovigilanza, costituito dalla Direzione generale della sanità pubblica veterinaria del Ministero della Salute e dai centri regionali di farmacovigilanza (D.Lvo 193/2006), ha lo scopo di costituire sul territorio nazionale, un sistema efficace per la raccolta, la trasmissione e la valutazione delle informazioni relative alle reazioni avverse del medicinale veterinario. Il sistema di farmacovigilanza europeo e, di conseguenza, quello nazionale, prescrivono alle aziende una presenza ed un impegno certamente superiore a quello richiesto fino ad oggi dalla normativa nazionale e le richiamano ad un ruolo di maggior responsabilità.
Il coinvolgimento "istituzionalizzato" delle professioni sanitarie in un sistema nazionale di farmacovigilanza, è sicuramente una novità nei termini così espliciti e strutturati definiti dal complesso delle norme comunitarie e nazionali che disegnano il nuovo sistema di registrazione dei medicinali veterinari. Tuttavia non si può nascondere il fatto che il controllo degli effetti nocivi provocati dalla somministrazione di medicinali , facesse parte già da tempo dei compiti istituzionali degli operatori sanitari. Proprio per questo si ritiene opportuno che la prima fase di attuazione del sistema nazionale di farmacovigilanza, faccia riferimento prevalentemente alle professioni sanitarie e cioè medici-veterinari e farmacisti.
Un primo disegno della rete di raccolta ed elaborazione delle informazioni, prevede dunque che veterinari e farmacisti comunichino eventuali reazioni avverse di cui vengono a conoscenza, direttamente ai centri regionali di farmacovigilanza competenti per territorio, che attiveranno le procedure consequenziali necessarie. Elemento fondamentale per la trasmissione delle informazioni è la scheda di segnalazione, di cui il Ministero della Salute fornisce un fac-simile on line, sul proprio portale.