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OGM: ORGANISMI GENETICAMENTE MIGLIORATI

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"Gli Ogm dovrebbero cambiare nome: non più Organismi geneticamente modificati, ma Organismi geneticamente migliorati. A lanciare l'idea di un nuovo nome, per aiutare i cittadini a superare la diffidenza verso le frontiere aperte dalle biotecnologie, è Umberto Veronesi. "Gli Ogm - spiega Veronesi - rappresentano una silenziosa rivoluzione storica che sta cambiando il nostro futuro. Basta pensare a cosa significa somministrare un vaccino tramite un frutto, utilizzare una pianta come fonte di energia rinnovabile e come rimedio alla siccità, o ancora disporre di un cibo sicuro, cresciuto al riparo dai virus, batteri e muffe che lo possono contaminare". Nel nostro Paese, aggiunge l'oncologo, gli Ogm sono vittima di una "demonizzazione" che "non condividiamo". Ma "forse - ipotizza - è il nome stesso che fa paura: il termine 'modificare' evoca spettri di nuovi mostri. Dovremmo abituarci a definire gli Ogm come 'Organismi geneticamente migliorati'". L'ex ministro della Sanità, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, è co-autore del libro 'Che cosa sono gli organismi geneticamente modificati. Dagli alimenti transgenici alle staminali: le ricerche scientifiche a favore della vita', firmato con la genetista dell'università degli Studi milanese, Chiara Tonelli. Gli Ogm sono già realtà. Le piante transgeniche coltivabili in pieno campo e in grado di fornire prodotti pronti per il mercato sono circa 20, e tra le più diffuse ci sono soia, mais, cotone, colza, patate, zucchine e papaie. Nel mondo i Paesi produttori sono 21: gli Stati Uniti guidano la classifica, seguiti da Argentina, Brasile, Canada, Cina, Paraguay e India. In Europa il primo posto è occupato dalla Spagna e dalla Romania, seguite poi da Germania, Francia e Repubblica Ceca. L'Italia, invece, è completamente esclusa. Secondo Veronesi la paura degli Ogm è "più che altro una questione ideologica, mossa dall'idea che introdurre un nuovo gene in un organismo rappresenti in qualche modo un 'oltraggio' alla natura. Eppure - avverte lo scienziato - senza esserne consapevoli noi mangiamo alimenti modificati geneticamente da sempre. La differenza è solo la modalità di intervento, oggi straordinariamente più avanzata. Un esempio? Gli spaghetti derivano da un grano duro (il creso) che è stato geneticamente modificato attraverso i raggi X - ricorda Veronesi - E non mi risulta che milioni di italiani abbiano mai denunciato patologie causate dal consumo di pasta''. "Gli Ogm contribuiscono a un'agricoltura sostenibile e a una migliore produzione alimentare - conferma Tonelli- permettono anche di ottenere cibo di maggior qualità, perché più ricco di vitamine, antiossidanti e minerali importanti per il benessere dell'uomo. (Adnkronos salute)