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DL BERSANI, EMENDAMENTI DEL GOVERNO

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Il Decreto Bersani (Decreto-legge n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale) arriverà all’Assemblea di Palazzo Madama lunedì 24 luglio. Il testo che i Senatori discuteranno sarà il prodotto dei lavori svolti da più Commissioni, la più importante delle quali è la Commissione Bilancio. E’ in questa sede che ieri il Governo ha presentato una serie di emendamenti per voce del sottosegretario allo Sviluppo Economico Paolo Giarretta. L’esame delle proposte emendative è appena iniziato. Esse riguardano anche l’articolo del Decreto Bersani sulle professioni: emendamento n. 2.1000, che precisa la questione delle tariffe obbligatorie e n. 2.2000, che precisa l’ambito delle attività di pubblicità, le modalità con cui si interviene in materia di società di persone e associazioni tra professionisti e prevedendo la necessità di forma scritta, a pena di nullità, per i patti, di quota-lite, tra avvocati e clienti. Sulle tariffe il Sottosegretario di Bersani ha osservato che “l’attuale disciplina relativa alle professioni prevede una serie di vincoli e regole per l’accesso alle professioni stesse, per le tariffe minime e per la pubblicità dei servizi. Tali regole, peraltro non presenti in altri paesi o settori, sono giustificate sulla base delle asimmetrie informative tra professionisti e utenti, sulla base della necessità di garantire la pubblica fede in materie certamente delicate nonché sulla base del carattere di pubblica utilità di molti servizi prestati. Tuttavia, se sono certamente necessarie delle regole, queste non devono diventare strumento per l’annullamento di ogni forma di concorrenza e per lo sfruttamento di rendite di posizione. L’articolo 2 del disegno di legge in esame, eliminando le tariffe minime obbligatorie per i servizi professionali, introduce un primo ma indispensabile elemento di concorrenza in tali mercati: peraltro, alcune delle motivazioni addotte (ad esempio dagli avvocati) a favore del mantenimento delle tariffe minime, quali la necessità di tutelare la dignità della professione intellettuale e la qualità della prestazione, siano poco convincenti, potendo tali obiettivi essere perseguiti con altri strumenti “ . Giaretta ha ribadito quindi “la volontà del Governo di perseguire tale strada, al fine di consentire un’effettiva concorrenza nel settore e un abbassamento delle tariffe, a vantaggio soprattutto dei clienti meno organizzati o di più modeste dimensioni economiche e degli stessi giovani professionisti che intendono affacciarsi sul mercato”. La conferma viene dal confronto tra il testo di legge e la riformulazione proposta dal Governo. COME IL GOVERNO CAMBIEREBBE LE NORME PER I PROFESSIONISTI Tariffe - Oggi il Decreto recita: “ dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attivita' libero professionali e intellettuali: a) la fissazione di tariffe obbligatorie fisse o minime (...) Secondo l’emendamento 2.100 diventerebbe: “ dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attivita' libero professionali e intellettuali: a) l’obbligatorietà delle tariffe fisse o minime (...) E inoltre il passaggio relativo all’abrogazione del “ divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti”, previsto da Bersani, rimane ma viene vincolato alla sottoscrizione di un accordo scritto fra le parti ( quota-lite) Pubblicità - Rivista in parte la liberalizzazione dei divieti sulla pubblicità perchè l’emendamento del Governo comporta l’inserimento dell’aggettivo “informativa”: il Governo si avvicina all’autoregolamentazione degli Ordini ritenendo di far cadere i divieti ma solo nell’ambito della pubblicità informativa e non della pubblicità in senso lato. Società - resta la previsione delle società interprofessionali purchè l’oggetto sociale sia “esclusivo”. L'arrivo del DPEF in Commissione Bilancio sta rallentando l'iter del DL Bersani.