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La conferenza internazionale di Pechino sulla lotta all' influenza aviaria si e' conclusa con lo stanziamento di 1,9 miliardi di dollari da parte dei paesi donatori e degli organismi internazionali. Dandone l' annuncio il commissario europeo per la salute Markos Kyprianou ha detto che si tratta di ''un importante risultato del quale possiamo essere fieri''. Il commissario ha ricordato che la cifra minima stimata necessaria dalla Banca Mondiale (1,2 miliardi) e' stata largamente superata. Questo, ha aggiunto, ''ci fornisce la flessibilita' necessaria per sostenere altri paesi'' che potrebbero essere colpiti dal virus.
L' Italia contribuira' con 5,6 milioni di euro (4,5 attraverso i canali multilaterali, 1,1 attraverso quelli bilaterali) alla spesa totale di 1,9 miliardi di dollari del fondo per la lotta all' influenza aviaria. La cifra e' stata stanziata dai paesi donatori e dalle organizzazioni internazionali al termine della conferenza internazionale sull' influenza aviaria, che si e' tenuta ieri ed oggi a Pechino. Il maggior contribuente e' la Banca Mondiale (500 milioni di dollari), seguita dagli Usa (334) e dall' Unione Europea (250).
Dalla fine del 2003, l' influenza aviaria ha colpito centinaia di milioni di volatili in Asia ed in Europa. Le persone infettate sono state circa centocinquanta, 79 delle quali sono morte. Secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanita' non si sono verificati casi di trasmissione da uomo a uomo, che indicherebbero una pericolosa mutazione del virus.
Ai lavori della conferenza di Pechino hanno preso parte i rappresentanti di oltre cento paesi oltre agli inviati degli organismi internazionali e delle organizzazioni non governative. I delegati hanno approvato a conclusione dei lavori la ''Dichiarazione di Pechino''. Con la dichiarazione, i partecipanti si impegnano a proseguire nel loro impegno contro l' epidemia in modo coordinato, rafforzando la prevenzione e sveltendo la comunicazione in modo da ''contenere, controllare ed eliminare'' i focolai del virus dovunque possano presentarsi.
LA POSIZIONE DELLA FAO
Intanto la Fao lancia l'allarme che l'influenza aviaria potrebbe diffondersi entro la primavera in Africa e in Europa ed e' ora indispensabile combattere la malattia tra gli animali per vincere la battaglia.
Dalla conferenza di Pechino, la Fao ha avvertito che, attraverso lo scambio commerciale e la mobilita' di persone e animali, il virus dell'influenza aviaria potrebbe contaminare le regioni del Mar Nero, del Caucaso e dell'Est e diffondersi ulteriormente in primavera con gli uccelli migratori, provenienti specialmente dall'Africa.
''I Paesi africani meritano una particolare attenzione'', ha detto il vice direttore generale della Fao, David Harcharik, ricordando che in Turchia ''il virus ha ormai raggiunto zone di crocevia di Asia, Europa e Africa ed e' innegabile il rischio effettivo di un'ulteriore diffusione''. Nel caso dovesse attecchire nelle campagne africane, ''le conseguenze per questo continente, gia' devastato da fame e poverta', potrebbero rivelarsi estremamente catastrofiche'', ha aggiunto Harcharik secondo il quale, nelle aree endemiche, la mobilita' di animali, beni e persone dovrebbe essere tenuta sotto controllo.
L' organizzazione delle Nazioni Unite esorta inoltre tutti quei Paesi che si estendono lungo la rotta degli uccelli migratori a mantenere alta la vigilanza e a prepararsi a un'ulteriore diffusione della malattia tra gli animali. ''Combattere il virus dell'influenza aviaria negli animali e' il modo piu' efficace ed economicamente piu' produttivo per ridurre le probabilita' di un mutamento o di un adattamento del virus H5N1, che possano determinare un'epidemia umana della malattia'', ha detto ancora Harcharik per il quale ''circoscrivendo l'influenza aviaria agli animali domestici, specialmente polli e anatre, il rischio per gli esseri umani di essere contagiati verrebbe significativamente ridotto''.
Il caso dell'influenza aviaria, secondo la Fao, non dovrebbe essere considerato come un problema sanitario esclusivamente umano, ma come un problema che riguarda sia gli esseri umani, sia gli animali. ''Una tale consapevolezza implica una stretta collaborazione tra la sanita' e le autorita' agricole e veterinarie - ha aggiunto Harcharik - e' probabile che solo quei Paesi che promuoveranno l'intervento congiunto dei settori della sanita' umana e quello agricolo potranno avere successo nel combattere la malattia''. Per la Fao, infine, assistenze veterinarie centralmente organizzate sono fondamentali per una mirata campagna a favore del controllo dell'influenza aviaria.
PROPOSTE DI RICERCA
Coloro che sono interessati a partecipare a programmi di ricerca sull'influenza aviaria e pandemica, hanno tempo fino al prossimo 22 marzo per presentare le proprie proposte nell'ambito del sesto programma quadro di ricerca dell'Ue. Lo ha annunciato la Commissione europea, oggi a Bruxelles, nell'ambito dell'iniziativa dell'Ue che punta ad estendere i finanziamenti per rafforzare la ricerca su questo fronte. Si tratta di 20 milioni di euro per contribuire a realizzare programmi sulla base delle raccomandazioni pubblicate dalle organizzazioni internazionali quali la Fao e l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms). Gli obiettivi della ricerca sono molteplici vanno dall'analisi clinica sui vaccini pandemici, allo sviluppo di vaccini per le specie aviarie, ai sistemi rapidi di allerta e di diagnosi. Globalmente, i fondi europea di lotta contro il virus raggiungeranno i 100 milioni: i 20 milioni di euro si aggiungeranno infatti agli 80 milioni che Bruxelles si e' gia' impegnata a elargire ai paesi colpiti dal virus dell'influenza aviaria. (ANSA).