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AVIARIA, STORACE: ASSUMEREMO VETERINARI

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Il Ministro della salute, Storace, ha esposto venerdì scorso al Consiglio dei Ministri le linee strategiche in atto nel Paese per la lotta all’influenza aviaria e sulle misure di prevenzione del fenomeno. Preannunciando la presentazione di un decreto-legge in materia nella prossima seduta del Consiglio, Storace ha riferito alla stampa sugli interventi di prevenzione che intende adottare: aumentare gli organici veterinari e creare un Centro nazionale per le malattie animali. Per quello che riguarda la situazione italiana Storace si è detto sicuro di poter ''spendere qualche parola di tranquillità''. L'Italia infatti ha un'ottima produzione di pollame ed il rischio, ha aggiunto, è legato solo alle importazioni clandestine, oltre alle migrazioni di uccelli che possono portare la malattia. ''Dobbiamo continuare l'opera di controllo alle frontiere - ha aggiunto - a partire dal lavoro dei Nas e dei veterinari che in questi giorni hanno permesso il sequestro di molto materiale sospetto''. Nel frattempo è anche entrata in vigore l’ordinanza sulle nuove misure di polizia veterinaria presentata la scorsa settimana dal Ministero della Salute. Sul piano economico, a causa dei costi sanitari diretti ed indiretti nonché per l’attuazione di misure di controllo ed estinzione di focolai epidemici nel campo della sanità pubblica veterinaria, questa malattia costituisce “una rilevante fonte di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale”. Per l’annunciato decreto legge, il Ministro della Salute ha riferito di aver incaricato il Sottosegretario di Stato alla Salute, Cesare Cursi, di condividerlo con l’opposizione per una rapida approvazione parlamentare. Il Ministro Storace ha anche coinvolto l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) per accelerare le procedure di valutazione che sono in corso sulla situazione sanitaria provocata dalla diffusione dell'influenza aviaria. “In particolare- scrive Storace al Direttore Esecutivo dell’EFSA- ritengo importante valutare con accuratezza l'analisi del rischio che l'introduzione di questa malattia potrebbe provocare per gli animali e/o l'uomo una volta superate le frontiere dell'Unione Europea. Inoltre risulta essenziale verificare la diffusione attuale della malattia in Asia e in Caucaso ai fini di adeguate misure di protezione da attuarsi alle frontiere esterne dell’Unione Europea''. (ANSA).