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PROFESSIONI: FIDUCIA SUL DECRETO

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Entro Martedì, per restare nei tempi previsti per arrivare alla conversione entro la scadenza del 15 maggio, il Senato dovrà aver approvato il decreto legge sulla competitività nel quale è anche previsto il maxiemendamento per la riforma delle professioni. La maggioranza ha deciso di fare quadrato intorno al testo proposto da Castelli con alcune modifiche che saranno presentate questa mattina in Commissione Bilancio del Senato con alcuni subemendamenti. Le ultime modifiche oltre a quella già proposta da Nino Lo Presti che blinda le competenze delle professioni regolamentate contro ogni possibile ingerenza da parte delle nuove professioni che chiedono il riconoscimento, riguardano la facoltà, e non più l'obbligo, di indire Assemblee Nazionali per l'elezione dei Consigli Nazionali, ma soprattutto l'impegno del Governo di continuare a coinvolgere frequentemente i vertici degli Ordini nazionali in fase di attuazione della delega per la definizione degli aspetti applicativi della riforma e che darà al ministero della Giustizia sei mesi di tempo per arrivare al testo definitivo. Il testo che sarà approvato al Senato, dove certamente per rispettare i tempi il Governo dovrà porre la Fiducia, vede molto soddisfatti i rappresentanti del CUP che hanno fatto accettare non solo un riconoscimento chiaro degli Ordini ma anche un loro reale rafforzamento, poco contenta Confprofessioni che al momento non è riuscita a far passare alcune modifiche ritenute importanti, soprattutto quelle relative all'aggiornamento, e le associazioni delle professioni non regolamentate che otterrano un riconoscimento che rischia però di essere svuotato dai forti limiti imposti alle competenze degli iscritti. Un'emendamento importante e fortemente voluto dal Miur delegherà il Governo anche all'attuazione di 24 nuovi Ordini professionali riguardanti attività mediche e paramediche. Questa decisione sembra essere la più chiara risposta del Governo alle sollecitazioni europee e dell'Antitrust che al contrario chiedevano il blocco di nuovi Ordini e la limitazione del ruolo e delle competenze di quelli già esistenti per arrivare ad una maggior liberalizzazione del mercato professionale. In riferimento a questo ultimo emendamento sembrava che il ministero della Salute nell'iter costitutivo dei nuovi Ordini sanitari volesse cogliere l'occasione per chiarire una volta per tutte se l'ECM è obbligatorio anche per i liberi professionisti. Questa chiarezza normativa era attesa soprattutto dopo la sentenza del Tar del Lazio che facendo riferimento alla 509 escludeva da questo obbligo il mondo professionale sanitario privato. In realtà il ministero sembra nuovamente limitarsi a fare riferimento, anche in questa occasione, alla normativa in discussione lasciando tutto ancora una volta nel vago. L'impressione è che il ministero, in attesa dell'applicazione delle modifiche codstituzionali, preveda già di demandare queste competenze alle regioni che dovranno decidere autonomamente. Rischiamo quindi ancora una volta di trovarci in situazioni veramente assurde dove in una regione i liberi professionisti sanitari saranno soggetti all'obbligo ECM mentre nella regione vicina nessuno si preoccuperà del loro aggiornamento se non per gli aspetti già regolamentati dal codice deontologico. ( ItaliaOggi, 21 aprile 2005)