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UE, QUALIFICHE: ACCORDO VICINO

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La Direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali ha ripreso il cammino al Parlamento europeo dopo che il Consiglio UE ha trasmesso il testo della sua posizione comune. Il relatore Stefano Zappalà ha dato una valutazione positiva del lavoro fatto dal Consiglio UE e ha manifestato disponibilità a un’approvazione della direttiva entro maggio. Nella proposta del Consiglio la libera prestazione dei servizi è intesa come attività temporanea ed occasionale svolta in un Paese diverso da quello in cui il professionista è stabilito. Il sistema di regolazione non ha come regola generale quella del Paese d’origine, ma il Consiglio prevede infatti che il professionista sia soggetto in molti casi, alle disposizioni in vigore nello Stato di destinazione. Se in possesso di adeguate qualifiche non ci sarà obbligo di iscrizione all’albo, anche se lo Stato ospitante potrà imporre un’iscrizione pro-forma. Per le professioni con impatto sulla salute che non siano disciplinate dalla direttiva è invece previsto un vero e proprio riconoscimento ( compreso il test attitudinale nel caso di differenza sostanziale tra le qualifiche). Il deputato europeo Zappalà ha proposto di reintrodurre la definizione di libera professione come attività che presentano un pronunciato carattere intellettuale e nelle quali l’elemento personale assume una rilevanza particolare. Dalla definizione discende la specificità del professionista come soggetto diverso dall’imprenditore.