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FARMACO: IVA, FISCO E DEONTOLOGIA

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“ Oggi ci troviamo da un lato il Codice Deontologico che regolamenta la gestione del farmaco e di altri prodotti per la salute dell'animale in modo molto rigido, ritenendo queste operazioni soltanto accessorie e complementari all'attività professionale, e dall'altro un parere dell'Agenzia delle Entrate che al contrario ritiene questa attività del tutto autonoma”. Così il vice Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti dopo il parere dell’Agenzia delle Entrate sull’applicazione dell’IVA alla cessione dei medicinali. “ Le indicazioni date dalla FNOVI fino al nuovo parere dell’Agenzia delle Entrate – prosegue Scotti- coincidono con quanto l’ANMVI ha sempre sostenuto e condiviso. Si trattava della soluzione più semplice e più conveniente, anche economicamente, per tutti i Medici Veterinari. Più volte abbiamo avuto modo di interloquire con la Agenzia trovando sempre, però, una rigidità sulla posizione già espressa precedentemente, nonostante il chiaro dettato del DM 306, e ribadita nel documento del 1 febbraio 2005. In attesa di una precisa interpretazione da parte dei nostri esperti fiscali mi sembra di poter dire che questa situazione contrastante creerà ancora una volta dubbi ed incertezze nel nostro lavoro e, pur considerando che una doppia contabilità per chi la gestisce col computer possa non essere un grande problema, è evidente che le strutture più grandi e che esprimono volumi elevati nella cessione del farmaco, risparmiando il 10% di IVA, potranno avere maggiori vantaggi rispetto ai piccoli studi o ambulatori. Credo che il nostro impegno debba continuare in un confronto serio e sostenuto con le autorità referenti per trovare soluzioni che non penalizzino alcun collega”. Per il Segretario della FNOVI, Aldo Vezzoni: “ L'indicazione dell'Agenzia delle Entrate riguarda gli aspetti fiscali e se può servire a far risparmiare l'IVA sul farmaco ben venga; nulla in contrario, come Ordini, a permettere una fatturazione distinta, purchè venga salvaguardato il principio deontologico che la dispensazione del farmaco costituisce un'attività accessoria all'esercizio della professione e non può esserne disgiunta. Se le norme fiscali sono un obbligo per tutti, le norme deontologiche per i medici veterinari sono ugualmente un obbligo, con conseguenze diverse in caso di inosservanza, ma sempre un obbligo. Stiamo comunque valutando- conclude Vezzoni- se sia accettabile la fatturazione con aliquote IVA distinte nella stessa parcella (come avviene in tutti gli altri Paesi della UE), purchè venga tenuta separata la registrazione contabile (che i programmi computerizzati potrebbero agevolmente produrre)".