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REGIONI: SI’ A ORDINI REGIONALI

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La Conferenza dei Presidenti delle regioni ha esaminato la proposta di riordino giuridico delle professioni e degli ordini elaborata dal Ministro della Giustizia, Roberto Castelli. In particolare, le Regioni hanno apprezzato l’organizzazione territoriale degli ordini prefigurata nel progetto-Castelli: oltre a prevedere articolazioni locali-provinciali e nazionali, gli Ordini hanno coordinamenti regionali con un presidente, un consiglio regionale e un’assemblea regionale. Sui coordinamenti regionali esercita la vigilanza il Consiglio Nazionale. Inoltre: “la Regione, con apposito provvedimento e limitatamente alle funzioni dei Coordinamenti regionali che abbiano riflessi sull’Amministrazione regionale, può disporre norme di vigilanza sui Coordinamenti regionali nel rispetto delle disposizioni di legge e interne di categoria”. I presidenti delle Regioni sono soddisfatti: “ Non si può prescindere da un forte coinvolgimento delle Regioni- dichiarano in una nota- rispetto a una ridefinizione degli assetti professionali che vada per esempio a individuare nuove realtà professionali organizzate in ordini stante sia il complessivo ruolo di sviluppo economico delle Regioni, sia il diretto coinvolgimento di esse in molti settori cruciali (si pensi alla delicatissima questione delle professioni sanitarie)”. Quanto alle funzioni di controllo, le Regioni si richiamano invece ad una precedente proposta: l’istituzione di una authority indipendente con funzioni valutative e di controllo. Secondo le amministrazioni locali l’attuale normativa non è sufficiente a tutelare i cittadini, ai quali andrebbe garantita la presenza di una authority in grado di dirimere le controversie tra ordini e professioni senza albo. Per queste ultime le Regioni hanno chiesto di essere coinvolte nell’iter di riconoscimento.