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UNIVERSITA’, SI’ AL PERCORSO A Y

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Potrà essere già sperimentata dal prossimo anno accademico la riforma dell’università (schema di decreto ministeriale concernente modifiche al regolamento in materia di autonomia didattica degli atenei approvato di cui al decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509), voluta dal Ministro Letizia Moratti per sostituire il 3+2 con il cosiddetto percorso a Y, che prevede un anno di orientamento valido per tutti i triennalisti e subito dopo la biforcazione fra la scelta di frequentare altri due anni professionalizzanti per l’accesso al mondo del lavoro, oppure di proseguire un percorso diverso, specialistico, che rinvia di due anni il conseguimento del titolo. Ultimo passaggio, prima della firma del Ministro, sarà il vaglio della Corte dei Conti. Ieri la Commissione Cultura della Camera si è espressa favorevolmente chiudendo l’iter parlamentare del decreto, facendo tuttavia notare come la riforma degli ordinamenti didattici universitari “ è stata avviata con una eccessiva accelerazione senza una fase di sperimentazione e conseguente monitoraggio” e come “in sede di attuazione della riforma sono emerse forti criticità quali la indiscriminata proliferazione dei corsi di studio privi di quei requisiti minimi in termini di risorse didattiche e strutturali, necessari per la loro attivazione. Con i correttivi successivamente apportati alla riforma, la commissione cultura ritiene siano stati migliorati la qualità della formazione metodologica, la flessibilità dei corsi attraverso la riduzione dei vincoli percentuali dei crediti formativi, la qualità della didattica attraverso l'istituzione dei requisiti minimi per l'istituzione dei corsi e la loro conseguente iscrizione nella banca dati dell'offerta formativa, la riduzione della dispersione universitaria attraverso l'istituzione di corsi comuni di base in ciascuna classe per favorire l'orientamento degli studenti.