La carne di pollo presenta ''un basso rischio di presenza di virus e, considerato che l'uomo e' meno suscettibile del pollame al virus di origine aviare, e' molto improbabile che possa infettarsi tramite la carne di pollo'': lo ha detto oggi uno degli esperti della direzione generale sanita' e protezione dei consumatori della Commissione Ue. ''Tutte le informazioni che abbiamo - ha precisato all’ANSA Alberto Laddomada - indicano che e' un contatto diretto dell'uomo con polli infetti quello che puo' causare l'infezione originaria, o primaria, dell'uomo''. ''Siccome si parla di ceppi di origine aviare, se i polli vengono a contatto con carne infetta, possono piu' facilmente dell'uomo assumere l'infezione tramite la carne'', ha precisato l'esperto, spiegando le reagioni che hanno portato Bruxelles a bandire in Europa l'import dei polli provenienti dalla Thailandia. ''Tale eventualita' - ha proseguito Laddomada - e' piu' probabile negli allevamenti di piccola dimensione, o familiari, che in quelli intensivi di tipo commerciale, dove gli animali sono esclusivamente alimentati con mangime, e certamente non con avanzi di cucina''. Sottolineando l'esistenza di tanti ceppi di virus influenzali - e cioe' ceppi di origine aviare e umana - l'esperto ha precisato che ''la possibilita' che una grave epidemia insorga nell'uomo e' legata al fatto che uno stesso individuo possa essere infettato simultaneamente con i virus di origine aviare e con quello di origine umana''. Proprio in merito al ''problema del riassortimento, o della ricombinazione, virale'', l'esperto ha sottolineato che ''non e' prevedibile quando questo fenomeno possa verificarsi''. La conseguenza di tale eventualita' - ha ammonito - sarebbe quella di ''un nuovo virus molto virulento per l'uomo'' e con una forte capacita' di ''diffondersi nella popolazione umana'' La crisi dell'influenza dei polli proveniente dal sudest asiatico - ha concluso l'esperto - e' ''certamente una situazione preoccupante, ma allo stesso tempo e' sbagliato fare della falso allarme parlando per esempio di emergenza a livello 'giallo' o 'rosso'''. Ilaria Capua dell’IZO delle Venezie, sede del Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviare, ritiene l’Italia “al sicuro, in quanto l’infezione è assente dai nostri allevamenti. Abbiamo un sistema all’avanguardia di sorveglianza e vaccinazioni messo a punto da ricercatori italiani – ha precisato la dottoressa Capua, aggiungendo che non possiamo nascondere però che c’è molta paura”. Il 23 gennaio la Commissione europea ha deciso di sospendere le importazioni di tutta la carne e i prodotti di pollo dalla Thailandia. Il provvedimento, che riguarda la carne fresca e tutti i prodotti a base di pollo, e' stato preso per avere la massima sicurezza di evitare la trasmissione del virus, anche se - ha precisato il portavoce - la Ue non importa polli vivi e uova fresche dalla Thailandia. Nel 2002, le importazioni di carne e prodotti avicoli a base di pollo dalla Thailandia sono state 120 mila tonnellate, mentre dal gennaio all'ottobre del 2003 le importazioni sono state pari a 128 mila tonnellate. “Un provvedimento di salvaguardia – riferisce il Ministero della Salute- era stato richiesto, senza successo, alla Commissione Europea dall’Italia nel corso del Comitato permanente della catena alimentare e della sanità animale tenutosi a Bruxelles lo scorso 13 gennaio 2004, ma l’Esecutivo Comunitario l’aveva ritenuto non necessario”. Il Ministero della Salute aveva comunque adottato il 16 gennaio u.s. misure di salvaguardia dando disposizione ai propri Uffici Veterinari di Porto e di Aeroporto di bloccare ogni partita di carni di pollame provenienti dalla Thailandia al fine di ricercare la presenza del virus dell’influenza aviare.