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INFLUENZA AVIARE, ASIA AD ALTO RISCHIO

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Il rischio che il virus responsabile dell'influenza dei polli contagi l'uomo e' altissimo solo in Asia, e non nel mondo occidentale. ''In Oriente il salto di specie animale-uomo si verifica infatti circa nel 70-80% dei casi. Mentre da noi questo rischio e' solo del 5%, e riguarda esclusivamente i lavoratori a stretto contatto con animali, specie pollame''. A parlare e' Giancarlo Belluzzi, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinaria della Asl di Cremona e membro del Consiglio direttivo dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi). ''Ecco perche' - spiega all'Adnkronos Salute - l'Anmvi consiglia da tempo ad alcune categorie di lavoratori di vaccinarsi ogni anno contro la comune influenza. Il vaccino, infatti - dice Belluzzi - offre in ogni caso una parziale copertura anche contro il virus dei polli. Senza dimenticare che, in genere, le rare vittime umane di queste epidemie sono dovute al fatto che la malattia colpisce un organismo gia' debilitato''. Il meccanismo di passaggio da animale a uomo e' semplice: ''I nuovi virus - spiega Belluzzi - arrivano dagli animali selvatici agli uccelli da cortile, ma il cortocircuito si verifica in Asia dove si alleva il pollame assieme ai maiali. Questi ultimi costituiscono il principale serbatoio virale conosciuto - aggiunge - e poiche' i maiali vengono lasciati liberi di circolare anche in casa, ecco che si moltiplicano le occasioni di contagio''. Ma se i Paesi asiatici sono quelli che piu' hanno da temere dai nuovi virus provenienti dagli animali selvatici, l'Occidente non deve abbassare la guardia. ''Non dimentichiamoci - prosegue il veterinario - che solo in Italia negli ultimi 3-4 anni sono stati abbattuti tra i 10 e i 12 milioni di polli e tacchini colpiti da influenza aviaria. Ma anche nella 'sicura' Europa, ad aprile scorso, e' morto un veterinario olandese in occasione di un'epidemia aviaria che colpi' Belgio e Olanda''. L'esperto italiano ricorda che l'Oie, cioe' l'Organizzazione mondiale per la salute animale, definisce l'influenza aviaria altamente patogena per gli animali. E in concomitanza con il ritorno della Sars in Cina si riaffacciano le paure per un'altra possibile epidemia che dagli animali si trasferisce all'uomo. ''Il fatto che si parli gia' di un salto di specie e' una notizia allarmante. E' importante che i Paesi toccati da questa ondata di influenza aviaria si muovano bene, spegnendo prontamente tutti i focolai di infezione. Altrimenti la situazione potrebbe peggiorare. E come per la Sars - conclude Belluzzi - prima o poi, proprio dall'Oriente arrivera' un altro virus animale che mettera' in scacco i sistemi sanitari mondiali''. (AdnKronos)