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MEDICI SSN: SARA’ SCIOPERO

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Il cartello sindacale unitario dei medici che unisce 42 sigle sindacali dei medici dipendenti (esclusi quelli della Cgil) ha deciso tre giorni di sciopero della categoria contro il mancato rinnovo del contratto di categoria e lo smantellamento del servizio sanitario nazionale. Il calendario delle proteste, deciso con un documento al termine di una manifestazione svoltasi ieri a Roma, prevede per venerdi' 16 gennaio una giornata di assemblee unitarie in tutte le strutture sanitarie alla quale seguiranno gli scioperi di lunedi' 9 febbraio, lunedi' 8 e martedi' 9 marzo. E' stata anche decisa una manifestazione nazionale per il 2 aprile. ''I sindacati continuano ad attaccare il governo - ha detto Gianluigi Magri sottosegretario del Ministero dell'Economia, alla platea di medici - ma sbagliano perche' in questi due anni le grandi iniziative del governo sono state bloccate dalle regioni''. E Magri, facendo i conti di quanto l'indennita' di esclusivita' di lavoro dei medici e' costato alle casse dello stato (3 mila miliardi vecchie lire circa a fronte di un incasso di 180 miliardi di lire recuperato con il lavoro in intramoenia) ha ribadito la necessita', in linea con il ministro della Salute, Girolamo Sirchia , di intervenire con la riforma del lavoro medico. Ma i sindacati denunciano 'l'assenza' e il 'silenzio' del governo sull'intera vicenda. Le Regioni hanno invece lanciato messaggi distensivi, aprendo sulla possibilita' di un prossimo rinnovo contrattuale per la dirigenza. Primo fra questi Giovanni Bissoni, assessore alla Sanita' dell'Emilia Romagna: ''Il contratto - ha detto - non puo' essere ostaggio della sottostima del Fondo sanitario nazionale. I fondi non ci sono ma le Regioni si impegnano a utilizzare per il rinnovo le risorse disponibili, assumendosi la responsabilita' di ripianare i disavanzi''. Anche il coordinatore degli assessori regionali alla sanita', il veneto Fabio Gava, ha espresso ai medici disponibilita', ma in un contesto di grande complessita' e sofferenza economica. Critica l’opposizione: ''Se il governo vuole cambiare il Sistema sanitario nazionale, deve avere il coraggio di dirlo ai cittadini, agli operatori, ai malati e alle forze politiche. Non accetteremo una controriforma surrettizia e silenziosa, perche' questo non appartiene allo stile della democrazia''. L’ha detto Rosy Bindi, responsabile Politiche sociali della Margherita, intervenuta alla manifestazione unitaria dei sindacati della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e tecnico-amministrativa. I sindacati chiedono al governo modifiche alla Finanziaria 2004, prevedendo fondi adeguati; risorse per il rinnovo del contratto della dirigenza; abolizione della norma che affida al ministero dell'Economia il controllo delle prescrizioni; formazione adeguata e contratti di formazione lavoro per gli specializzandi; obbligo per le aziende di stipulare coperture assicurative adeguate. Dai sindacati arriva un ''fermo no'' a ''una devoluzione selvaggia, alle ingiuste penalizzazioni previste dalla riforma previdenziale, all'eccessivo potere monocratico dei direttori generali'', chiedendo la reale partecipazione dei dirigenti medici, veterinari, sanitari alla gestione delle aziende sanitarie''.(fonti ANSA/Adnkronos)