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SISVET: INTERVENTI FNOVI E ANMVI

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Alla tavola rotonda promossa dalla Società Italiana delle Scienze Veterinarie (SISVET), giovedì 25 settembre ad Ischia, sono stati ascoltati, fra gli altri, gli interventi della FNOVI e dell’ANMVI sul tema “Quale veterinaria nel 2020? Un’indagine europea”. L’occasione è nata da un’indagine sviluppata dalla Commissione Europea, coordinata a livello comunitario da Nomisma, e realizzata per l’Italia con la collaborazione dell’Università di Bologna. A presentare i dati della ricerca (Current Aspects of Veterinary Profession and Education in Europe), insieme al prof. Cinotti, preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna, il prof. De Castro, direttore di Nomisma, e i presidenti della EAEVE e della FVE. I dati dell’indagine fanno emergere una situazione europea stazionaria con limitate possibilità di sviluppo se non in alcuni settori occupazionali come quello della sicurezza alimentare. Una situazione che non poteva prescindere dall’attualità italiana, dove le prospettive occupazionali sono seriamente compromesse da una pressante concorrenza professionale e dal sovrannumero di laureati. Le difficoltà e le contraddizioni del quadro italiano sono state evidenziate dal Presidente dell’ANMVI, Paolo Bossi, che ha stigmatizzato l’assurdità della situazione italiana che registra un numero di facoltà incompatibile con un reale sviluppo del mercato professionale, a fronte della quale il Ministero dell’università non sembra intenzionato ad introdurre correttivi che blocchino il numero programmato. “Dopo Catanzaro- spiega Bossi- come non aspettarci anche il via libera per Viterbo e Udine? Una soluzione radicale potrebbe essere la trasformazione dell’esame di Stato da formalità burocratica a reale verifica della preparazione professionale, con criteri più seri e selettivi di quelli attuali. Quanto a Catanzaro, vista l’indisponibilità del Ministero ad ascoltare le professioni, come ha sempre dichiarato di voler fare, l’ANMVI si muoverà di conseguenza”. Per Gaetano Penocchio, Vice Presidente della FNOVI, "la libera circolazione dei professionisti presuppone percorsi formativi convergenti. In questo senso non è accettabile l’attivazione del nuovo corso di laurea in Medicina Veterinaria di Catanzaro. La cosa più buffa è il parere del CNVSU che con un difficile equilibrismo riesce a prendere atto della indisponibilità di un progetto e delle strutture e contemporaneamente a fornire un parere favorevole condizionato. E’ tempo che l’Autorità di valutazione degli Atenei sia indipendente dagli stessi Atenei". E sull'esame di Stato, anche il Vice presidente FNOVI chiede modifiche: " è necessario modificare l’esame di Stato attivando un “sistema di controllo delle capacità professionali” con gli stessi contenuti su tutto il territorio nazionale, gestito in forma paritetica da Università e professione. Le Lauree brevi sono da ripensare anche da un punto di vista etico. Non si sente nessuna esigenza di disporre di molti di questi profili professionali, né il mercato li potrà mai recepire".