• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31426

CHI HA VOLUTO CATANZARO?

Immagine
Il decreto del MIUR che ha autorizzato il 3 settembre il nuovo corso di laurea in Medicina Veterinaria a Catanzaro ha sorpreso tutto il mondo veterinario. La Conferenza dei Presidi delle facoltà di medicina veterinaria ha addirittura registrato le dimissioni del suo presidente, in palese dissenso con il Ministero dell’Università. " Ritenuta la particolare necessità ed urgenza ...” recita il decreto firmato dal Ministro Moratti, ma se l'urgenza si può spiegare col fatto che gli esami di ammissione al corso erano già stati programmati ante-decreto, della necessità non se ne vedono le ragioni. Solo poche settimane prima, la FNOVI aveva presentato al MIUR un’ampia documentazione sulle disastrose prospettive occupazionali del settore veterinario. Ed anche la Conferenza dei Presidi non giustificava un nuovo corso di laurea. Chi ha reso possibile allora questo nuovo progetto? Leggendo attentamente il documento del CNVSU ( Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario ) non si trova quella propensione all’attivazione di nuovi corsi di laurea che il Ministero ritiene di aver colto e sulla base del quale ha autorizzato Catanzaro. Basti citare l’introduzione all'indagine del Comitato stesso :" Al fine di garantire la fattibilità del progetto e di assicurare la sua corretta impostazione l'Università si è dotata di un Comitato Tecnico Scientifico costituito, oltre che da un docente della stessa Università, dai Presidi della Facoltà di Medicina Veterinaria delle sedi di Napoli, Bari e Bologna. Con le stesse Università sono stati siglati accordi di collaborazione , miranti in primo luogo ad assicurare la copertura degli insegnamenti nella fase di avvio, e presumibilmente la cooperazione scientifica necessaria per stabilire qualificate attività di ricerca scientifica." L’attivazione del corso di laurea in medicina veterinaria a Catanzaro è stata dunque possibile grazie ad accordi di collaborazione con altre facoltà, in mancanza dei quali non sarebbe stata garantita “la fattibilità del progetto”.