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STUDI DI SETTORE: LE VOSTRE RISPOSTE

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Il questionario predisposto dall’ANMVI sullo studio di settore veterinario ha consentito di raccogliere dati e suggerimenti utili ad analizzare questo nuovo strumento di valutazione fiscale e soprattutto di capire come è stato accolto dalla libera professione medico-veterinaria: quali le criticità maggiormente sentite e quali i suggerimenti della categoria per introdurre alcuni correttivi. I dati elaborati sono stati presentati al Consigliere FNOVI Giuliano Lazzarini che, su incarico della Federazione, gestisce i rapporti con l’Agenzia delle Entrate ed in particolare con l’ufficio tecnico preposto agli studi di settore. In base ai dati raccolti- spiega Giuliano Lazzarini- si possono trarre le prime conclusioni ed i primi approfondimenti che ci porteranno più preparati all’incontro con l’Agenzia delle Entrate nel prossimo autunno. La maggior parte di noi –prosegue Lazzarini- ha accettato come un ulteriore fardello burocratico questo nuovo modello di valutazione organizzativa che l’Autorità Finanziaria ci ha assegnato , una parte lo ha accolto come la possibilità di una migliore interpretazione della posizione fiscale , altri hanno cercato di suggerire degli aggiustamenti che , in corso di fase sperimentale , possano meglio inquadrare il professionista da un punto di vista fiscale. In questo momento ritengo che questa sia la maniera più opportuna di porsi di fronte agli Studi di Settore per poter essere critici in modo costruttivo”. E fra i primi aspetti da riconsiderare Lazzarini individua la “coerenza” che rappresenta il rapporto fra i compensi del professionista o dei professionisti che lavorano all’interno di una struttura e il numero delle ore settimanali (massimo 40) nell’arco dell’anno (per un massimo di 45 settimane): “la nostra realtà – spiega- ci vede molto spesso superare questi orari e quindi penalizzati da altissime rese orarie che sono la diretta conseguenza del rapporto compensi-ore settimanali”. Molto importante sarebbe capire anche quali variabili entrano in gioco nella definizione di “congruità”, ed in quale percentuale, laddove l’ handicap geografico di una struttura posizionata perifericamente o la situazione disagiata, anche da un punto di vista culturale, giocano un ruolo importante:”le realtà socio economiche si accostano in maniera diversa alla valutazione dell’importanza del rapporto animale-uomo e delle esigenze di natura clinico veterinaria che il primo possa avere. Nell’ambito della congruità –prosegue Lazzarini-è importante anche una valutazione di basso ricavo non sufficiente o tale ,però, da fare cessare un’attività spesso decollata tra notevoli difficoltà ed in cui la maggioranza delle attrezzature derivano dal “ fai da te” ed hanno visto nel forte supporto dei genitori la spinta iniziale per l’avvio della attività professionale”. La congruità dovrebbe tenere conto anche del basso numero di ore che, spesso, le colleghe, impegnate anche in ambito familiare , possono dedicare alla propria professione giustificando un reddito reale molto lontano da quello stimato. Fino ad oggi , purtroppo, non disponiamo di un Tariffario Nazionale, anche se dovrebbe essere questione di poco tempo il suo arrivo, ma anche questo condiziona le entrate dei professionisti che per ogni provincia dispongono di tariffe minime diverse a discapito di una corretta valutazione della congruità”. Quanto alle spese per l’aggiornamento professionale: “oggi che ogni veterinario privato alla pari del collega pubblico deve ottenere per ottemperare alle direttive ministeriali relative alla Educazione Continua in Medicina, non dovranno essere considerate motivo di aumento del reddito presunto ,bensì obbligo per offrire una qualità superiore di assistenza ai pazienti che ci vengono portati. Ad una adeguata stregua andranno considerati gli stages all’estero che prevedono una lontananza di parecchi giorni o mesi per il professionista che potrebbe anche tornare con l’intenzione di cambiare completamente settore operativo. Questo cambiamento di attività professionale dovrebbe essere considerata come la partenza di una nuova struttura organizzativa e prevedere , quindi , tutti quegli sconti dovuti ai neolaureati o alle nuove realtà veterinarie che ogni giorno occupano nuovi e sempre più ristretti spazi nel mondo della Medicina Veterinaria. Attraverso la nostra Federazione Nazionale- conclude Lazzarini- cercheremo di portare a buon fine quelle istanze fin qui sollevate attraverso un rapporto sempre più aperto con chi prima di agire avrà avuto modo di comprendere meglio la nostra realtà professionale”.