• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31425

BSE, FARINE: FACCIAMONE CONCIME

Immagine
Dopo la messa al bando delle farine animali, vietate dalla UE nell’alimentazione zootecnica, i sottoprodotti della filiera delle carni rimangono stoccati in attesa di essere inceneriti o smaltiti nei cementifici, un’operazione dai costi elevati e che gli allevatori non intendono sopportare da soli. In mancanza di un decreto che distribuisca questi oneri lungo i segmenti della produzione, dalla stalla fino al consumatore, gli agronomi di Mantova hanno lanciato nei giorni scorsi una proposta: impiegare le farine animali della categoria 3 ( quella a basso o bassissimo rischio che da sola fa 800mila tonnellate di scarti) come concime organico. Queste farine sarebbero, “in grado- spiega il presidente degli agronomi mantovani Mosconi- di apportare notevoli quantità di azoto e fosforo”. Per Giovanni Sorlini ( INALCA) “sarebbe sicuramente una soluzione per smaltire almeno la grande quantità di farine animali a basso rischio”. Mantova punta alla sperimentazione nella prossima primavera in accordo con l’amministrazione provinciale. Ma Confagricoltura è scettica e teme di ingenerare panico nel consumatore.
Ogni anno vengono prodotte 2 milioni di tonnellate di farine animali, di cui 250 mila ad alto rischio stoccate,le restanti a basso o bassissimo rischio. Il costo di gestione ricade sulla filiera per 100 milioni di euro.Gli agricoltori lamentano di dover sopportare da soli gli oneri: ogni capo morto in stalla costa loro 120 euro; 6 euro è invece il prezzo per il ritiro del capo destinato al macello.