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NOMISMA: VETERINARIA SENZA LAVORO

Sarà pubblicata nei prossimi giorni l'indagine condotta da Nomisma sulle prospettive della professione veterinaria in Italia. L’analisi, realizzata per conto dell’ANMVI descrive una situazione molto difficile per il settore veterinario. La prospettiva occupazionale analizzata da Nomisma si riferisce all’anno 2020 e mostra un incremento indicativo del 2-3% rispetto ad un’attualità che sta già facendo i conti con disoccupazione e lavoro precario. Il numero dei veterinari, riferito allo stesso periodo, subirà un incremento del 100%. Sulla base dei risultati dell’indagine condotta da Nomisma, l’ANMVI ha inviato ieri una lettera al Ministro dell’Università Letizia Moratti, sottolineando come la proliferazione di nuovi corsi di laurea in medicina veterinaria non possa che aggravare queste già drammatiche prospettive: “E' evidente – si legge nella lettera -che in questa situazione, che non tiene conto degli ulteriori spazi di lavoro sottratti da migliaia di laureati triennali, la previsione di nuove facoltà di medicina veterinaria crea illusioni e nuovi disoccupati. Quella in medicina veterinaria è inoltre una laurea così specialistica che difficilmente permette sbocchi occupazionali in settori produttivi diversi”. In Italia gli studenti in medicina veterinaria sono 12.260, il 26,6% degli studenti di tutta Europa. Le facoltà sono già 14, rispetto alle 4 della Francia, alle 5 della Germania e alle 6 dell'Inghilterra. “Il nostro Paese – prosegue la lettera al Ministro Moratti- non può più permettersi sprechi di risorse economiche ed umane per realizzare facoltà che creeranno disoccupati. E' doveroso rivedere il numero delle facoltà e contenere il numero degli iscritti”. E nella lettera l’ANMVI non trascura di indicare al Ministro il caso-Catanzaro: “L'8 settembre saranno selezionati gli studenti che potranno iscriversi al nuovo corso di laurea in medicina veterinaria dell’Università di Catanzaro, per la cui attivazione è attesa l’autorizzazione del Suo Ministero. Si sottolinea come quanto sopra riportato, insieme a considerazioni di interesse nazionale, debba categoricamente escludere questa previsione”.