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TARIFFE MINIME PER TUTTI

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Il Ministero della Giustizia punta a fissare un tetto a tutte le tariffe professionali. Con la riforma delle libere professioni messa a punto la scorsa primavera dalla commissione ministeriale presieduta dal sottosegretario Michele Vietti potrebbe essere introdotto un nuovo regime tariffario, che prevede per tutte le professioni intellettuali l’adozione dei minimi tariffari, pena la nullità della parcella. “Una decisione presa per offrire maggiori garanzie agli utenti', spiega Vietti, precisando: “Si evita così il rischio di una concorrenza al ribasso tutta a danno della qualità della prestazione professionale'. Diverso l’orientamento del Parlamento, anch’esso impegnato nel varo di un Testo Unico sulla riforma degli ordini e delle professioni. Il progetto parlamentare infatti propende per un sistema più fluido che punta a prediligere la determinazione consensuale della parcella da parte del professionista con il cliente. A differenza del testo Vietti, la proposta non fa riferimento a limiti precisi, ma, richiamando quanto già previsto dall'articolo 2233 del codice civile, vincola il compenso alla ´determinazione consensuale delle parti'. Solo in caso di mancato accordo, infatti, il ddl prevede l'applicabilità dei tariffari stabiliti con decreto dal ministero della giustizia su proposta dei rispettivi consigli nazionali. Una maggiore liberalizzazione dei servizi professionali è sostenuta dall’Autorità per la Concorrenza: dopo il no ai vincoli tariffari del Garante Tesauro, anche il Commissario Europeo per la concorrenza, Monti, si espresso contro l’applicazione di norme professionali eccessivamente regolamentatici e quindi contrarie ai principi della libera concorrenza dei servizi offerti dalle professioni intellettuali. I sostenitori della deregulation guardano anche alle parcelle americane. Negli USA il professionista può applicare una tariffa oraria e poi attraverso un sistema di fatturazione mensile o trimestrale presentare la parcella al cliente. I tariffari vengono utilizzati soltanto per quel che riguarda alcune prestazioni come le perizie. Intanto mentre la professione veterinaria, insieme con altre, è in attesa di un decreto ad hoc sulle tariffe, alcune professioni hanno presentato richieste di aumento e di adeguamento dei tariffari. In alcuni casi si tratta di tariffe ferme agli anni Ottanta o del tutto prive di corrispondenza con le nuove prestazioni professionali sorte in anni recenti con l’evolversi della professione. Nessuna reazione esplicita per i momento da Via Arenula, dove Vietti lascia comunque intuire che non saranno concessi aumenti fuori misura, soprattutto in un momento così delicato per l'aumento del costo della vita. Il Ministero della Giustizia ha comunque armi spuntate in quanto manca una norma unica che disciplini una volta per tutte gli scatti tariffari, tenendo conto del livello di inflazione. Attualmente il Ministero deve esaminare singolarmente ogni richiesta e poi provvedere caso per caso a decretare gli aumenti. Un problema che nel testo di riforma delle professioni non è stato considerato. ( fonte: Italia Oggi, 1 settembre 2003)