La Fao -Food and Agriculture Organization of the United Nations -dichiara in un comunicato che “al momento non è dimostrato che gli animali d'allevamento sono stati infettati con il coronavirus trovato negli umani". LA FAO ha preso posizione, sulla base degli studi effettuati dalla veterinaria australiana Laurie Gleeson del Laboratorio australiano di salute animale dell'Organizzazione di indagine scientifica e industriale del Commonwealth, che è stata tre settimane in Cina per conto della Fao e dell'Oms allo scopo di studiare la Sars. La Gleeson doveva analizzare i dati sui possibili animali infetti, raccolti dai laboratori cinesi per sperimentare misure di prevenzione. Tra gli oltre 600, tra polli, anatre, conigli e maiali esaminati, non sono però stati trovati animali infettati dalla Sars. Non esistono certezze, quindi, sull'origine animale della malattia, né è possibile determinarne le cause. La minaccia, fa sapere però la Fao, può ripresentarsi e "deve essere considerata reale finché rimarrà oscura la fonte di questa malattia".
