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FSE, CARAMELLI: CASI POSSIBILI IN ITALIA

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Partira' il prossimo autunno in Italia un monitoraggio di due anni sugli animali domestici per verificare la presenza o meno di casi di 'gatto pazzo' o di altri segni di malattie neurologiche. Lo ha annunciato Maria Caramelli- responsabile del Centro di riferimento nazionale per la Bse di Torino- nel corso di un’intervista all’Adn Kronos: “lo studio - ha spiegato la ricercatrice- coinvolgera' anche le università' italiane e sarà' il primo del genere mai fatto in Italia''. Finora la mancanza di analisi 'ad hoc' nel nostro Paese rende difficile affermare se, come in Svizzera o Gran Bretagna, ci siano stati casi di 'gatto pazzo' italiani passati inosservati. ''Io non ne ho notizia - continua la Caramelli - ma la ritengo un'eventualita' del tutto possibile. Infatti nessuno si e' mai preoccupato di indagare i segni delle malattie neurologiche degli animali domestici. Senza contare che bisogna tenere presente anche il periodo di incubazione della malattia che e' di qualche anno''. Dei casi mucca pazza sappiamo dai bollettini periodici del ministero della Salute, ''ma ci sono numerosi allevamenti di pecore e capre risultati positivi - prosegue l'esperta italiana - mentre possiamo rassicurare i proprietari di cani: i nostri amici a quattro zampe sono 'resistenti' ai prioni e quindi non esistono casi di 'cane pazzo'''. In Italia nel 1998 è stato descritto un caso di encefalopatia spongiforme in un gatto il cui proprietario era deceduto per malattia di Creutzfeldt Jakob. Ma gli esperti che pubblicarono su The Lancet la loro analisi conclusero ipotizzando un nuovo tipo di FSE, dovuto a trasmissione orizzontale tra proprietario e animale, un’ infezione da una sorgente comune non identificata, oppure ad una semplice casualità temporale.