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ARACNIDI: IL PARERE DELLA SIVAE

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In seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 3 luglio 2003, n.159 Divieto di commercio e detenzione di aracnidi altamente pericolosi per l'uomo , il vicepresidente della SIVAE - Massimo Millefanti, ha espresso preoccupazione e alcune perplessità in quanto il divieto di commercializzazione degli aracnidi viene esteso a tutte le specie. “La lettura dell’articolo 1, comma 1 del DL n° 159 del 3 luglio 2003 (pubblicato sulla GU n° 153 del 4 luglio 2003) mi ha profondamente preoccupato, - spiega Massimo Millefanti - non tanto perché venga finalmente vietata la commercializzazione e la detenzione di aracnidi pericolosi per l’uomo che avrebbero già dovuto trovare posto nel DM del 19 aprile 1996, , ma perché il divieto, così formulato, si estenderebbe a tutte le specie di aracnidi esistenti e non solo a quelle altamente pericolose per l’uomo rischiando pertanto di ingenerare ulteriore confusione, panico e perpetrare una inutile strage di tranquilli ragni esotici, e non solo, attualmente allevati in Italia da molti terrariofili. Consultando testi di aracnologia e tossicologia non è difficile constatare che solo una quindicina di generi di aracnidi appartenenti a Scorpionidi ed Araneidi, capitanati dai piccoli e terribili scorpioni deserticoli africani del genere Androctonus e dei leggiadri e micidiali ragni del gruppo delle “vedove” (del genere Latrodectus), sono considerati altamente pericolosi, potenzialmente invalidanti ed in qualche caso, purtroppo, mortali per l’uomo. Speriamo - conclude il vicepresidente - che il DL n°159 diventi una legge, e non decada, ma che al posto della terminologia generica “aracnidi che possano arrecare, con la loro azione diretta, effetti mortali o invalidanti per l’uomo o che comunque possano costituire pericolo per l’incolumità pubblica” possa trovare posto un elenco dettagliato di taxa di aracnidi realmente pericolosi, riconosciuti dalla letteratura internazionale. Se il decreto legislativo passasse com’è attualmente formulato si rischierebbe inoltre di ingenerare una pericolosa “ricerca del proibito” sapendo che aracnidi di moltissime specie (per lo più tranquille e facilmente allevabili) possono essere tranquillamente acquistate, per pochissimi euro, subito dopo il confine italiano, in altri paesi dell’UE, dove gli aracnidi continueranno ad essere tranquillamente commercializzati e detenuti”.