• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31424

MNC: L'OMS VUOLE GARANZIE

Immagine
Il 50% degli europei ha utilizzato almeno una volta la medicina non tradizionale: piante, minerali, terapie spirituali o manuali, esercizi per il fisico o per la mente. In alcuni Paesi, come la Germania, si arriva al 90 per cento. Ma solo alcuni - pochi - di questi rimedi hanno una provata efficacia scientifica, mentre altri, o un loro uso sbagliato, hanno provocato anche la morte. L'Organizzazione mondiale della sanità ha così diramato un vademecum contenente lo stato del l'arte della ricerca, le verità e i pregiudizi, i problemi di sicurezza ed efficacia e le linee guida politiche per regolamentare i rimedi naturali. E sull'argomento è intervenuta anche l'Unione internazionale per la chimica pura e applicata (Iupac), preoccupata per la moda sempre più diffusa di utilizzare sostanze di origine naturale nella convinzione che presentino sempre meno rischi rispetto ai prodotti di sintesi chimica. Uno studio portato avanti dalla divisione IUPAC per la chimica medica e lo sviluppo di farmaci, spiega che la sicurezza e l'efficacia di un farmaco è funzione della sua struttura chimica e non della sua origine, che è irrilevante. Da un lato i composti naturali hanno strutture chimiche che non possono essere ottenute facilmente con la sintesi in laboratorio e per questo alcune sostanze, come due farmaci anticancro, sono ancora estratti da piante o batteri. D'altro canto spesso queste strutture vengono modificate per aumentare l'efficacia dei composti, come nel caso di antibiotici come la penicillina o l'eritromicina. Le vitamine, infine, possono essere ottenute naturalmente o sinteticamente, e alcune di loro, come la vitamina C, vengono sintetizzate esattamente nella stessa forma di quelle di origine naturale. Lo Iupac definisce le "medicine naturali" una categoria a parte: sono composte da misture complesse che non sono ancora ben caratterizzate o capite. Le condizioni in cui la pianta cresce o è coltivata può inoltre variarne la composizione e quindi anche l'effetto terapeutico. L'efficacia dei cosiddetti rimedi “alternativi”è stata dimostrata scientificamente (sperimentata sull'uomo rispettando criteri per garantire sicurezza, riproducibilità dei risultati, impossibilità di alterarli, efficacia, per stabilire la dose e altro ancora) solo per alcuni utilizzi dell'agopuntura, per alcune medicine derivate dalle erbe e per alcune terapie manuali. Ma sono necessarie ulteriori ricerche per determinare l'efficacia e la sicurezza di molte altre pratiche e rimedi. L'agopuntura, dice l'Oms, funziona per ridurre il dolore post-operatorio, la nausea durante la gravidanza o dopo la chemioterapia, il mal di denti e ha effetti collaterali estremamente ridotti. È anche utile per alleviare ansia, attacchi di panico e insonnia. Lo yoga è efficace per diminuire gli attacchi di asma mentre il Tai Ji può aiutare gli anziani a ridurre la paura di cadere. In Africa, l'Oms sta finanziando alcuni studi per verificare l'efficacia di altre erbe con proprietà antimalariche o per valutare trattamenti a base di piante contro diabete mellito e anemia falciforme. In Sud Africa sono in corso studi su un'altra pianta, la Sutherlandia Microphylla, per verificare la sua potenzialità nel migliorare le condizioni di pazienti affetti da Aids. Infatti potrebbe contribuire ad aumentare il peso, l'appetito e il benessere dei malati. Il 25% delle medicine moderne è ricavato da piante che venivano usate nella medicina tradizionale. Ma come per tutti gli altri farmaci, dice l'Oms, è necessario sviluppare delle normative nazionali e internazionali per valutare, documentare, controllare e regolamentare questi prodotti e queste pratiche e comunque dimostrare in modo più convincente la loro efficacia, sicurezza e qualità. Inoltre, mette in guardia, lo sfruttamento indiscriminato di questi vegetali può portare al l'estinzione di specie a rischio e alla distruzione di habitat e risorse naturali. L'Oms non boccia dunque completamente la medicina naturale ma vuole delle garanzie.(Il Sole 24 Ore, 4 giugno 2003)