Slitta ancora all'esame del consiglio dei ministri la riforma delle professioni. Ma questo sarà l'ultimo rinvio, visto che il ministro della giustizia, Roberto Castelli, ha assicurato che venerdì prossimo il testo di legge quadro sarà licenziato dal governo. Continua, intanto, l'invio incrociato di lettere da parte degli ordini e delle associazioni alle più alte cariche di governo per chiedere un intervento per (i primi a sostegno, i secondi contro) la riforma.
I motivi del nuovo slittamento, assicurano al governo, non sono dovuti al clima di tensione che regna tra una parte della maggioranza che è decisa a promuovere la riforma e un'altra che è più propensa a mandare avanti i disegni di legge del senato, ma ad alcuni problemi legati alla copertura finanziaria.
L'indicazione della strada da seguire per imprimere una forte accelerazione al cammino parlamentare del progetto di riordino è stata data dal governo proprio alcuni giorni fa dallo stesso Vietti, intervenuto al Forum organizzato da ItaliaOggi per fare luce sul futuro prossimo del disegno di legge governativo. Proprio nel corso del dibattito, infatti, è emersa la necessità di coordinare i lavori della commissione Vietti con quelli della commissione giustizia del senato per raggiungere un testo definitivo. L'idea del maxi-emendamento, che doveva essere presentato entro il 3 giugno prossimo, aveva ottenuto l'appoggio del relatore al Testo unico del senato, Mario Cavallaro.
