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QUOTE LATTE, ALEMANNO:OGGI NON SI DECIDE

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Oggi l’Europa decide sulle quote latte dell’Italia. Il nostro Paese chiede di riconoscere l'esistenza di circostanze eccezionali di natura finanziaria e di natura politica e la compatibilita' della misura con il mercato comune. L'autorizzazione chiesta dall'Italia al Consiglio dei ministri dell'Economia e delle Finanze dell'Ue si riferisce ai costi finanziari del pagamento dilazionato, grazie al quale i produttori di latte potrebbero regolare il proprio debito a condizione che si impegnino a pagare la somma dovuta su un periodo che non supera i 30 anni e che non abbiano infranto deliberatamente la legge. Fra le difficolta' che l'Italia si trova ad affrontare oggi c'e' in primo luogo la Danimarca, che proprio nei giorni scorsi ha fatto sapere che la proposta italiana non e' soddisfacente. Al momento l'Italia si presenta a Bruxelles con il solo parere dell'avvocato generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, secondo il quale lo Stato puo' rettificare le quote latte individuali errate dei produttori e ricalcolare le multe successive al termine del pagamento. Ma questa decisione riguarda prettamente il rapporto fra Stato ed allevatori. L'Italia ora invece deve trovare il modo per spuntarla in sede internazionale, strappando ai Quindici un si' alla propria proposta. Dubbioso il ministro Alemanno: ''non potra' esserci - visto la posizione della Danimarca - una decisione definitiva'' sulla questione delle quote latte italiane ed in particolare sul pagamento delle multe accumulate dai produttori. La questione, ribadisce Alemanno, ''deve rimanere all'Ecofin''. E aggiunge: ''Siccome la Commissione europea e' disponibile alla nostra soluzione, bisognera' continuare a lavorare per convincere tutti gli stati membri che, qui non si tratta di concedere un aiuto di stato distorsivo per il futuro''. Si tratta invece - precisa - ''di chiudere una soluzione del passato che ha, in un modo o nell'altro, coinvolto tantissimi allevatori. Molte di queste imprese hanno superato la loro quota in un certo periodo, poi sono rientrate nella regolarita'''. La vicenda delle quote latte e' ormai diventata per l'Italia una vera e propria odissea che inizia nel 1983 quando la Cee decide di contingentare la produzione di latte in Europa per contenere le eccedenze di burro e latte in polvere nei magazzini comunitari. E' a partire da quella data che si cerca di porre rimedio ad una situazione che si e' fatta sempre piu' complicata: la quantita' di latte che puo' essere prodotta in un anno, secondo quanto stabilito dalle norme comunitarie, ha un tetto massimo che se superato costringe chi ha prodotto in eccesso a subire un super prelievo, cioe' il pagamento di una penale da versare, nel caso dell'Italia, all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura. In questi vent'anni di polemiche e di carte bollate, 22 leggi e leggine ed una miriade di circolari e decreti applicativi, l'annosa vicenda delle quote latte sembrava alcuni mesi addietro essersi forse risolta con la legge di riforma approvata dal governo. Invece non e' stato cosi' poiche' in seguito al decreto il mondo politico italiano si e' nuovamente diviso. Al riguardo Alemanno sottolinea con forza: '' andiamo avanti con il decreto”. Il ministro nel primo pomeriggio rientrerà a Roma, a conclusione della riunione informale dei ministri dell'agricoltura Ue, ''per incontrare tutti i gruppi, in particolare la Lega, allo scopo di cercare di definire gli emendamenti necessari a far passare il decreto''. (ANSA).