E’ inutile la soppressione dei cani e dei gatti delle famiglie in quarantena per Sars, proposta in Cina per ridurre le possibilita' di contagio. E' il parere espresso all'ADNKRONOS SALUTE dall'epidemiologo dell'Istituto superiore di Sanita', Giovanni Rezza che giudica l'iniziativa opinabile perche' non si basa su nessuna evidenza scientifica. Una misura ''esageratamente drastica che puo' avere una spiegazione solo in un clima psicologico esasperato''. ''I coronavirus - ricorda Rezza - si trovano in diversi animali, compresi cani e gatti. Ma questo nuovo virus, che si e' adattato particolarmente all'uomo, non sappiamo di preciso in quale animale abbia avuto origine. Certamente e' piu' facile, pero', che derivi da suini o volatili piuttosto che da cani e gatti. Non sappiamo assolutamente, poi, se il virus ha un ciclo nell'animale, cioe' se una volta passato all'uomo possa tornare all'animale''. L'ipotesi che gli 'amici a quattro zampe' possano essere veicolo di trasmissione e' dunque infondata. Anche perche' ''il nuovo virus - conclude Rezza - e' completamente diverso da tutti gli altri coronavirus animali fino ad ora isolati''.
E in merito all’articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera sul decesso di cuccioli di razza acquistati a Milano, il preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano, Professor Giorgio Poli ha inviato una nota con richiesta di rettifica al quotidiano di Via Solferino: “è da segnalare – scrive Poli- che è del tutto privo di fondamento scientifico attribuire i decessi dei cani anche alla “polmonite atipica”. In effetti non risultano segnalazioni in Medicina Veterinaria del cane di sindromi virali comparabili o assimilabili alla Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS) che tanta preoccupazione desta a livello mondiale in questi giorni. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha, a tutt'oggi, escluso un coinvolgimento di virus animali nella comparsa del ceppo di coronavirus co-responsabile della SARS; inoltre, per gli scienziati non vi sono prove che gli animali domestici, cani e gatti inclusi, siano portatori del virus killer”.
L’articolo attribuisce infatti le cause dei decessi di una trentina di cuccioli importati dall’Est e venduti a Milano ad alcune malattie virali fra cui la polmonite atipica.